Filippo Turetta, domani in Italia
Le forze dell’ordine, la Procura di Venezia e i responsabili del nosocomio veneto si stanno preparando per il rientro di Filippo Turetta in Italia, che domani sarà trasferito con un aereo militare via Francoforte al nostro Paese, per essere processato. L’omicida (scrivere presunto non ha più senso) di Giulia Cecchettin ha occupato tutte le pagine della cronaca degli ultimi 7 giorni. Sicuramente al suo arrivo sarà predisposto un grande cordone di sicurezza nelle zone di massimo interesse per la stampa e per i tantissimi cittadini che vorrebbero vedere (e non solo) la faccia dell’assassino (ex bravo ragazzo) più odiato degli ultimi tempi.
Nelle ultime ore la famiglia di Filippo ha nominato un nuovo avvocato per lui, che finora aveva solo quello assegnatogli d’ufficio. In questo post vi parleremo delle polemiche che hanno suscitato alcune dichiarazioni (post sessisti sui social) di Emanuele Compagno, finito nella bufera anche per la linea difensiva che intenderebbe scegliere. E vi parleremo del giallo delle richieste di aiuto al 112, rimaste inascoltate. Guardate cos’è successo!
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La difesa di Turetta nella bufera per i post sessisti
L’avvocato di Filippo Turetta, Emanuele Compagno è finito nella bufera per alcune dei commenti che negli anni ha postato sul web. Vi riportiamo di seguito contenuti.
Il primo post risale a ottobre del 2015. Il legale scriveva: “non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestite da p**** in giro per il paese. E nemmeno perché i genitori accompagnino i figli a disturbare suonando i campanelli“.
In un post del 25 novembre 2020, invece, si legge: “Nella giornata contro la violenza alle donne è giusto ricordare che le vittime sono da entrambe le parti. E giusto ricordare tutti di fronte alla violenza”.
In un altro post del 2021, Compagno faceva riferimento alle violenze perpetrate sulle donne ubriache, puntando il dito contro la trasmissione Carta Bianca di Bianca Berlinguer: “ho visto una puntata scandalosa di Carta Bianca in tema di violenza sulle donne. La donna veniva trattata come un’incapace: se ubriaca, è scusata (…) L’alcol è una scusante per una donna, ma non per un uomo. Una totale deresponsabilizzazione della donna, come fosse un oggetto incapace di autodeterminarsi“.
Il legale ha dichiarato che le sue dichiarazioni sono state fraintese. E ha ribadito che lui non è contro le donne. Tuttavia, da due giorni girano commenti indignati su tutti i social.
La perizia psichiatrica
Un altro motivo che ha fatto scatenare il web è stata la (eventuale) decisione da parte della difesa di richiedere una perizia psichiatrica su Filippo, come ha raccontato l’agenzia di stampa Adnkronos.
”Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo (…) È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri”, avrebbe dichiarato il legale del 22enne.
Compagno in questo momento è visto quasi come un “complice” dell’omicida di Giulia, che per la maggior parte degli internauti meriterebbe l’ergastolo. A causa dell’impopolarità del legale e, tenuto conto della delicatissima situazione in cui si trova Turetta, è stato nominato un altro avvocato di fiducia. Il professore Giovanni Caruso.
Le chiamate di aiuto al 112
Nelle ultime ore l’attenzione si è concentrata sulle fasi precedenti al femminicidio, per capire se c’è stata la premeditazione o no. Si valuta la possibilità che Filippo abbia fatto un sopralluogo nel posto dov’è avvenuta l’aggressione. Ma non solo: si valutano le segnalazioni fatte al 112 da parte di due testimoni.
Il primo testimone, che si chiama Marco M., segnalò alle forze dell’ordine, telefonando al 112, l’aggressione avvenuta nel parcheggio di Vigonovo. Nella chiamata, sabato alle 23.18, l’uomo diceva di aver sentito una ragazza urlare “mi fai male” e di aver visto un ragazzo dare calci a una persona per terra. Ma nessuno intervenne. Il testimone ammette di non avere peso nota della targa. Ora, non si dà pace.
Ci sarebbe stata anche una seconda telefonata di un addetto alla vigilanza dello stabilimento di Fossà davanti al quale è iniziata l’aggressione. Il vigilante avrebbe visto la scena attraverso le telecamere di sicurezza e avrebbe avvertito i carabinieri. Anche stavolta senza fortuna. Ma i carabinieri smentiscono questa seconda chiamata.
Domenica, alle 13.30, il padre di Giulia Cecchettin è andato a denunciare la sua scomparsa, spiegando le circostanze che facevano temere per la sua vita. Ma, come ha rivelato Roberta Polese sul Corriere della Sera, i carabinieri avrebbero ipotizzato nel verbale un “allontanamento volontario” e “nessun pericolo di vita“. Da non crederci, vero?