Kosovo, feriti 14 italiani del Kfor nelle manifestazioni di protesta dei serbi

By Ana Maria Perez

Kosovo, feriti 14 italiani, 3 sono gravi

Quattordici militari italiani del contingente Kfor sono rimasti feriti ieri, 29 di maggio, durante le operazioni di contenimento di manifestazioni dei serbi che protestavano contro l’elezione di sindaci albanesi in alcune aree del Paese a maggioranza serba. I disordini si sono manifestati nelle città di Mitrovica Nord, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic. Gli agenti della Kfor avevano usato gas lacrimogeni e bombe stordenti per disperdere i manifestanti serbi che protestavano davanti ai municipi. Secondo il portale Kossev, la Kfor è intervenuta quando la folla si è rifiutata, nonostante l’appello dei loro leader politici, di lasciar passare due veicoli speciali della polizia kosovara ( (Kosovo Force), bloccati tra i manifestanti dalla mattina.

La sigla Kfor rappresenta la missione internazionale guidata dalla Nato, incaricata dal 1999 di ristabilire l’ordine e la pace nella regione, che dal 2008 si è dichiarata indipendente. L’indipendenza è stata riconosciuta da 101 paesi, tra i quali non si trova la Serbia, che continua a rivendicare la regione come propria. Vediamo cosa è successo.

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Zubin Potok

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Le elezioni in Kosovo non riconosciute dai serbi

I serbi sono una minoranza in Kosovo; la popolazione serba è di 120 mila abitanti contro un totale di 1 milione e 800 mila anime (8%). Tuttavia, nelle aree settentrionali della regione sono in maggioranza. I residenti delle zone di confine non hanno riconosciuto i risultati delle elezioni comunali del 23 aprile, e hanno deciso di boicottarli. Così, ieri si sono scontrati con le forze dell’ordine (la Kosovo Police, giunta sul posto per consentire l’insediamento dei sindaci) e con le unità Nato.

Verso la prima serata di lunedì a Zvecan le proteste sono diventate violente e sono partiti i molotov, con chiodi, petardi e pietre all’interno. In totale, il numero di militari che è stato ferito nelle operazioni è pari a 34. Di essi, 14 sono italiani.

Gli Stati Uniti e Bruxelles avevano consigliato al governo kosovaro di non forzare, imponendo i sindaci albanesi in questo momento. I serbi, ad ogni modo non hanno mai arretrato nelle rivendicazioni. L’atteggiamento radicale, alla lunga, ha provocato una reazione disatrosa.. Il Kosovo, importante per l’Europa, è rimasto un protettorato Nato. L’importanza della Regione è dovuta alla sua posizione privilegiata, che potrebbe disturbare il rapporto di vicinato tra la Serbia e la Russia. E’, insomma, un ponte verso l’Europa, anziché verso la Russia.

Le reazioni da parte delle Autorità in Italia

Il ministro della Difesa

Il ministro della Difesa Guido Crosetto è in contatto con il Comando operativo di vertice Interforze, con il comandante della Kfor e con le autorità dei due territori in conflitto. Dopo avere parlato con il ministro della Difesa del Kosovo, Armend Mehaj, ha voluto sottolineare che “in questo momento è di vitale importanza porre in essere tutte le azioni necessarie per mitigare le tensioni e scongiurare ogni possibile escalation tra le parti“.

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Guido Crosetto

Da parte del Presidente del Consiglio

La Presidente del Consigli, Giorgia Meloni, ha dichiarato in una nota: “Quanto sta accadendo in Kosovo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile. Non tollereremo ulteriori attacchi nei confronti di Kfor (…) È fondamentale evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all’allentamento delle tensioni. L’impegno del governo italiano per la pace e per la stabilita’ dei Balcani occidentali è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati”.

Da parte del Ministro Antonio Tajani

Il ministro ha scritto in un tweet quando non si conosceva ancora il bilancio finale dei feriti: “Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione KFOR rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara. Tra di loro 11 italiani di cui 3 in condizioni serie ma non in pericolo di vita. I militari continuano ad impegnarsi per la pace

Oggi, il ministro Tajani ha dichiarato che gli italiani feriti stanno meglio e che l’Italia continuerà a lavorare per la pace tra la Serbia e il Kosovo.

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