Intelligenza artificiale vs mining di criptovalute: qual è il vero prezzo ambientale?

By Iole Di Cristofalo

Intelligenza artificiale e il concetto di sostenibilità e sostenibile

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha rivoluzionato molteplici settori, diventando una componente chiave nella trasformazione digitale globale. Tuttavia, mentre l’IA continua a evolversi e a integrarsi nelle nostre vite quotidiane, emerge un dibattito cruciale: in che modo questa tecnologia può contribuire alla sostenibilità e ai concetti di sviluppo sostenibile?

L’interconnessione tra intelligenza artificiale e sostenibilità non solo solleva interrogativi etici e pratici, ma apre anche nuove opportunità per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo. Esplorando il ruolo dell’IA nella promozione di pratiche sostenibili, possiamo delineare un futuro in cui tecnologia avanzata e rispetto per l’ambiente coesistano armoniosamente.

La sostenibilità è la capacità di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri, equilibrando aspetti economici, ambientali e sociali. Un’innovazione si può definire sostenibile quando riduce l’impatto ambientale, è economicamente fattibile e socialmente equa. Questo significa che deve utilizzare risorse in modo efficiente, minimizzare le emissioni e i rifiuti, promuovere il benessere sociale e contribuire alla crescita economica. La sostenibilità implica quindi un approccio integrato e a lungo termine, che considera le interconnessioni tra diversi sistemi e attori coinvolti.

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Il consumo dell’intelligenza artificiale: dati alla mano

Intelligenza artificiale e sostenibilità: il primo dato che si analizza è il consumo di acqua per i sistemi di raffreddamento
Intelligenza artificiale e sostenibilità: il primo dato che si analizza è il consumo di acqua per i sistemi di raffreddamento

L’analisi sul consumo di acqua, energia e territorio è stata fatta in questi anni con dati alla mano su Google, su Microsoft, sulle operazioni di mining e sulla diffusione e crescita dei bitcoin e altre criptovalute.

Durante un incontro organizzato da ANSA, Maximo Ibarra, CEO di Engineering, ha discusso dell’importanza dell’intelligenza artificiale nella predittività ambientale e nella gestione del territorio. La tecnologia del digital twin, ad esempio, permette di creare avatar digitali per simulare e valutare l’impatto di diverse scelte di gestione. Tuttavia, l’espansione dell’IA non è priva di costi.

Secondo un articolo di Wired USA, la proliferazione degli strumenti di IA generativa richiede enormi quantità di risorse computazionali, portando a un aumento significativo del consumo energetico e idrico. La costruzione e il funzionamento dei data center necessari per supportare queste tecnologie comportano un alto impiego di elettricità e acqua, alimentando preoccupazioni ambientali.

porta pc

Studi recenti hanno evidenziato che i data center di aziende come Google e Microsoft stanno aumentando il loro fabbisogno energetico, mettendo a dura prova le reti elettriche locali. Inoltre, l’uso intensivo di acqua per il raffreddamento dei server contribuisce all’evaporazione e alla diminuzione delle riserve idriche disponibili. Nonostante i tentativi delle aziende tecnologiche di mitigare questi effetti attraverso l’adozione di fonti energetiche rinnovabili e l’ottimizzazione dei processi, l’impronta ecologica dell’IA rimane una sfida cruciale da affrontare.

Il confronto di consumo dell’intelligenza artificiale con l’attività di mining e proliferazione di Bitcoin e altre criptovalute

Bitcoin e intelligenza artificiale a confronto nei consumi

Il settore delle criptovalute ha difficoltà a dichiarare i suoi limiti in termini di sostenibilità elettrica e ambientale. Tutto è legato ai data center ma, essendo il mining, un’operazione di calcolo energetico fatto su complessi sistemi matematici praticamente gli esperti dicono che è un gioco che vale la candela. In realtà, l’iperconsumismo arriva pure nel settore delle criptovalute dove dietro comunque lavorano grandi realtà tecnologiche e finanziarie private interessate anche al profitto oltre che alla diffusione di una moneta spendibile infinita e alla portata di tutti. Che cosa dicono alcune analisi, inchieste e raccolte dati?

Nel 2023, la produzione di Bitcoin ha avuto un impatto ambientale significativo: ha consumato circa 173 TWh di elettricità, pari alla metà di quella usata in Italia, e ha richiesto acqua equivalente al fabbisogno di 300 milioni di persone in Africa subsahariana.

Case green direttive europee
La rivoluzione abitativa volta alla sostenibilità riguarda soprattutto i grandi centri abitati che necessitano di più interventi ristrutturativi e migliorativi (fonte foto: pixabay)

Per bilanciare le emissioni di carbonio generate, sarebbero necessari 3,9 miliardi di alberi. Il mining dei Bitcoin, che utilizza un meccanismo ad alta intensità energetica, si basa per il 45% su carbone e per il 21% su gas naturale. Questo processo di certificazione delle transazioni, noto come proof of work, è molto energivoro e, nonostante i tentativi di passare a fonti rinnovabili, il consumo di energia resta elevato. Recenti iniziative mirano a utilizzare energia verde, ma il settore rimane fortemente dipendente dalle fonti fossili, mettendo a rischio il raggiungimento degli Accordi di Parigi sul clima.

Nel 2021, il mining di Bitcoin era già noto per il suo elevato consumo energetico e impatto ambientale, con un consumo di circa 173 TWh di elettricità all’anno, superiore a quello di paesi come la Svezia. Le emissioni di carbonio erano paragonabili a quelle di 190 centrali a gas naturale. La crescente consapevolezza spingeva verso l’adozione di fonti rinnovabili e alternative meno energivore come il “proof of stake”. Nel 2022, il dibattito si intensificava sul confronto tra costi energetici del Bitcoin e delle banconote, mentre iniziative per il mining sostenibile, come l’uso di energia idroelettrica e solare, iniziavano a emergere.