Il pasticcio di Daniela Santanché
Come vi abbiamo anticipato ieri nelle nostre pillole, il 5 di luglio era la data fissata per l’esposizione al Senato della fattispecie che riguarda i guai giudiziari della ministra con delega al Turismo Daniela Santanché.
Come programmato, alle 15.00 la ministra ha parlato al Senato del suo rapporto con le società (all’epoca dei fatti contestati) Visibilia e Ki Goup. La relazione al Senato è frutto delle constanti sollecitazioni da parte della sinistra per fare spiegare alla Santanché i riscontri del programma Report, andato in onda nel messe di giugno. La trasmissione ha rilevato una gestione a dir poco “leggera” da parte dell’amministrazione delle due aziende. I dipendenti sarebbero rimasti senza ammortizzatori sociali e senza Tfr, mentre alcuni creditori non sarebbero stati pagati.
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Un intervento concordato con il Partito
L’intervento della ministra Santanché era stato concordato con il Partito, che in queste settimane l’ha supportata; in primis, Giorgia Meloni, che ha dichiarato di avere grande fiducia nella “pitonessa”. Ieri, in aula la ministra ha ricevuto il supporto di Salvini, La Russa, ed altri colleghi che si sono dimostrati compatti nel dare credibilità al racconto dell’imprenditrice. In linea di massima, la ministra ha cercato di prendere le distanze con il suo ruolo di amministratore delle aziende oggi sotto la lente della Procura. Evidentemente, c’erano le deleghe, anche se formalmente la carica era a suo nome.
Santanché ha fatto un’esposizione dei problemi finanziari delle aziende, ammettendo di avere vissuto alcuni momenti di difficoltà, soprattutto nel periodo del Covid. Tuttavia, i problemi di liquidità delle aziende sono stati ripianati con le garanzie personali dell’imprenditrice, che ha ipotecato il suo immobile di Milano (sei milioni di euro) per iniettare liquidità alle imprese. La ministra ha respinto le accuse di falso in bilancio e di bancarotta fraudolenta e ha giustifico l’atteggiamento mediatico come “una campagna di odio nei miei confronti“. Per Italo Bocchino, sarebbe stata “linciata” per il suo tenore di vita.
Ignazio La Russa, Presidente del Senato
“Non so di essere indagata”
Fino a ieri, la Ministra non sapeva di essere indagata, assicura. Le sue parole sono: “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi“. In serata con una nota dichiara di avere appreso dalla stampa il fatto di essere stata sotto indagine, fatto confermato dalla Procura di Milano.
Tuttavia, il 2 novembre del 2022, il Corriere della Sera (in un articolo firmato dal prestigioso giornalista, Luigi Ferrarella) pubblicò un articolo in cui annunciava: “La neo ministra del Turismo e senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, è indagata dalla Procura di Milano per l’ipotesi di reato di falso in bilancio nelle comunicazioni di Visibilia Editore spa, di cui fino allo scorso 23 gennaio è stata presidente dal 2016″.
Come si spiega allora che la ministra non fosse a conoscenza di essere sotto indagine? O forse lo sospettava ma non lo sapeva “formalmente”? Perché qualunque cittadino può essere sottoposto a indagine senza esserne a conoscenza. L’avviso di garanzia arriva soltanto nel momento in cui alla persona sottoposta ad indagine deve essere consegnata una comunicazione che richiede la presenza di un avvocato difensore.
Nel caso della ministra Santanché, l’indagine che la riguarda si è conclusa a marzo del 2023; l’eventuale ampliamento dei tempi d’indagine (se il materiale raccolto non soddisfa la procura), prevede che siano informati gli indagati. Ecco che questa comunicazione richiede il supporto di un legale (di fiducia o dello Stato). Quello che risulta davvero incredibile per chi scrive è che da marzo ad oggi non sia stato recapitato all’indagata ministra l’avviso di garanzia pertinente.
Mozione di sfiducia da parte del M5s
L‘ex ministro Patuanelli, del M5s in Aula tenta di sbugiardare la Ministra e presenta una mozione di sfiducia. La segretaria del Pd, Elly Schlein assicura che il suo partito la voterà: “Alla ministra Santanchè non resta che dimettersi“, mentre il terzo Polo non si esprime compatto: Borghi di Italia Viva non chiede le dimissioni di Santanché: “Valuti lei“. Carlo Calenda parla invece di “spiegazioni omissive” da parte della ministra e chiede che valuti un passo indietro. In aula si parla molto di onore, comportamenti inappropriati ed etica. In rete circolano i vari commenti del tipo “da che pulpito viene la predica“?
Stefano Patuanelli