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“I poveri mangiano meglio” e la pasta alla Norma a €40,00

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“I poveri mangiano meglio”, dice il ministro Lollobrigida

L’ultima frase del ministro Francesco Lollobrigida, “i poveri spesso mangiano meglio dei ricchi” è stata presa d’assalto e il ministro è finito ancora una volta nella bufera. Da molti è stata considerata una gaffe, mentre alti hanno ritenuto che fosse una mossa politica bene studiata. In fondo, una sorpresa non è, dato che le uscite del ministro spesso creano stupore generale e molte contestazioni da parte della sinistra. Vediamo in questo post il contesto in cui è stata pronunciata la frase e com’è stata interpretata.

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Il Ministro Francesco Lollobrigida

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Il contesto della frase incriminata

La frase del ministro Lollobrigida era inserita in un contesto di confronto tra il modo di mangiare in Italia e in altri Paesi del mondo. Le parole pronunciate dal titolare del dicastero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sono state: «In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità. In Paesi come gli Stati Uniti invece c’è una divaricazione sociale, tra chi ha più soldi e mangia meglio, e chi ne ha meno e compra cibo di scarsa qualità».

La mossa politica e la contestazione della sinistra

Naturalmente, i primi ad arricciare il naso e a protestare per le parole del rappresentante della destra, sono stati gli esponenti della sinistra, che hanno alzato la voce. Elly Schlein ha voluto subito ribadire che si occupa “soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, e sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c’è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi”. Anche Andrea Orlando ha voluto dire la sua: “Per il ministro Lollobrigida spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Ecco perché hanno tolto il Reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male”.

Alessandro Caramiello (M5s) ha parlato invece di “parole oggettivamente intollerabili” e di un ministro sempre più inadeguato, nonché di “uno schiaffo a tutte quelle persone oggi in drammatica difficoltà, che fanno fatica a fare la spesa schiacciate da un’inflazione dei generi alimentari ancora su livelli altissimi”.

Ma c’è poco da dire in merito alle (forse?) “infelici” parole del ministro, attribuendogli connotazioni classiste, perché stavolta il messaggio di Lollobrigida era populista. Con esso ha voluto “premiare” le persone meno abbienti, sottolineando come la loro alimentazione sia adeguata. La destra pare avere “affiancato” il popolo. Ma il ministro avrà ragione o torto?

A dar ragione al ministro ci pensa Gianfranco Vissani: “Ha ragione il ministro Lollobrigida: i poveri mangiano meglio dei ricchi perché sanno riconoscere le cose buone e genuine“.

Sarà un problema in fondo di cultura gastronomica? Non sapremo davvero leggere le etichette e capire quali prodotti hanno maggiore contenuto di componenti nocivi per la salute? Ci lasciamo abbagliare dal Ristorante per la posizione e la presentazione del cibo anziché per la qualità?

La realtà dei poveri in Italia: possono permettersi di andare dal produttore?

Di fatto, a prescindere dai dissapori tra destra e sinistra e dalle loro posizioni politiche, esiste la realtà. I poveri si chiamano così perché non hanno soldi. Se non hanno soldi, difficilmente potranno andare dal produttore diretto a comprare. Ve li immaginate i poveri di Milano o Roma a fare la spesa in cascina? I poveri vanno alle mense, e quando acquistano, lo fanno al discount, dove ci sono ottimi prodotti non di marca, che costano meno che al supermercato; non necessariamente perché siano di più bassa qualità, ma perché non si paga la pubblicità del marchio.

Se poi parliamo degli agricoltori, o degli allevatori, certamente avranno accesso a prodotti molto più buoni e freschi di quelli che acquistano poveri e ricchi quotidianamente. Ma questi imprenditori non sono “poveri” e, quando vendono al dettaglio, devono recuperare i costi della loro attività. Proprio perché i prodotti che hanno sono freschi e buoni, spesso costano di più che al supermercato.

La pasta alla Norma a €40,00

Massimiliano Tonelli su Cibo Today scrive in merito alle parole del ministro: “non esistono pomodori a basso costo e di qualità (a meno che non si decida di sfruttare i lavoratori che li raccolgono), non esiste carne a basso costo e di qualità, non esiste pane a basso costo e di qualità perché non può materialmente esistere farina a basso costo e di qualità. Così come è impossibile che esista olio a basso costo e di qualità

E quando il Presidente del senato Ignazio La Russa dice che con “un piatto di pasta alla Norma” si considera più soddisfatto che con qualunque altra pietanza da ristorante stellato, si rende conto del valore dei pomodori, della ricotta e della trafilatura della pasta? Sa quanto costa un litro di olio Evo? Sa che Pino Cuttaia, nel suo ristorante La Madia, ne fa una versione Fuori Norma” da 40 euro?

I dati ufficiali indicano come i ricchi mangino meglio dei poveri

I dati ufficiali dicono poi che sono i ricchi a mangiare generalmente meglio dei poveri. Assumono più frutta e più verdure e acquistano prodotti di maggiore qualità. Secondo i dati forniti nel 2021 dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), solo il 18,8 per cento degli italiani ha un’alimentazione adeguata. Una delle cause principali è la povertà.

L’assegnazione della Premier della segreteria politica di FdI alla moglie di Lollobrigida

Nel frattempo che il chiacchiericcio sul ministro Lollobrigida invade la rete, un’altra notizia di politica e di famiglia scuote il primo partito in Italia. La premier Giorgia Meloni, di ritorno dalle vacanze in Puglia e prima del Consiglio dei ministri in calendario per lunedì 28 agosto, ha deciso di affidare la responsabilità della segreteria politica di Fratelli d’Italia alla sorella maggiore Arianna, che è la moglie del ministro Lollobrigida. La decisione è costata alle due Meloni il nomignolo del “tandem magico indistruttibile” delle Sorelle d’Italia.

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