I primi droni impiegati nella guerra in Ucraina decolleranno dalla base di Sigonella: la Sicilia è in prima linea in una guerra che ora sembra più vicina che mai.
Il GlobalHawk, questo il nome del drone, è un velivolo che si pilota da remoto, ed è dotato di un radar. Il radar riesce a vedere attraverso nuvole e anche foreste, inoltre un radar a infrarosso misura le differenze di calore per scoprire oggetti e persone.
L’autonomia è enorme: consente di coprire anche 100mila km di territorio.
Marco Bertolini, del Comando Operativo di Vertice Interforze, ha detto ad Adnkronos circa la attuale situazione Russia-Ucraina: “E’ un momento molto drammatico. L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas. Siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo, perché i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte. Il rischio c’è, è presente e reale. Speriamo nell’incontro fra Draghi e Putin, a questo punto i giochi sono già fatti e non credo avranno molto spazio di manovra ma se c’è la possibilità di far sentire anche la nostra voce, sicuramente è una cosa importante”.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
“In Ucraina – ha proseguito Bertolini – siamo arrivati a un punto molto delicato, il fatto che Putin abbia riconosciuto le due repubbliche del Donbass sicuramente cambia la situazione. Peraltro ci sono precedenti storici illustri sul campo avverso, è la stessa cosa che è avvenuta in Kosovo da parte nostra e nonostante le rimostranze russe all’epoca abbiamo riconosciuto l’autonomia del Kosovo dalla Serbia, la Russia si è opposta. La situazione molto delicata, credo che la Russia cerchi adesso di metterci di fronte al fatto compiuto, un po’ come successo con la Crimea che si è ripresa la Russia e noi non abbiamo reagito, basandosi anche su un plebiscito nella regione”.
Poi procede a elaborare un punto di vista storico circa l’attuale conflitto: “Credo che la Russia sia stata vittima, come noi, della voglia di stravincere americana, gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. Ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito. Questa è la situazione che ci troviamo ad affrontare – continua – c’è stata un po’ di arroganza nello spingerli in un angolo, adesso hanno reagito”.
Infine, conclude Bertolini: “speriamo che ci si limiti alle due repubblichette del Donbass e non ci sia altro, ma c’è anche un problema di tenuta del regime in Ucraina, dove si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza improbabile, uno che viene dal mondo dello spettacolo”.