George Clooney chiede il ritiro a Biden: sentiamo con quali parole!

By Iole Di Cristofalo

George Clooney e non solo, chiedono il ritiro dalla corsa presidenziale direttamente a Joe Biden.

Il confronto televisivo Joe Biden contro Trump, non particolarmente energico, insieme ad altre gaffe internazionali, sta creando un’aura di incertezza attorno all’attuale presidente statunitense e principale candidato democratico. Il presidente è sotto pressione tra la campagna elettorale, contrapposta all’incessante contro-campagna di Trump, e gli impegni internazionali cruciali, come il vertice commemorativo della NATO, che rappresenta una risposta alle molteplici sfide globali, tra cui la tensione con la Russia, le reazioni della Cina e le questioni del Medio Oriente.

La visibile stanchezza manifestata durante incontri e dibattiti non è tollerata, ma attorno al candidato democratico si delineano due posizioni: una che invoca il suo ritiro a favore di un candidato più giovane e energico, e un’altra che esorta i democratici alla solidarietà, superando la paura di una possibile sconfitta contro Trump. Questo sentimento è ben rappresentato dalle parole di George Clooney, noto per il suo impegno politico, il quale solleva interrogativi sulle richieste rivolte a Biden e il loro impatto nel contesto delle elezioni presidenziali.

Parole a cuore aperte a Biden: George Clooney è la manifestazione più sincera della paura sul ritorno di Trump

biden
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La notizia più recente è che Joe Biden ha già detto che non vuole ritirarsi dalla corsa nonostante numerose richieste. Questi giorni di vertice Nato rappresentano per alcuni un test che deve dimostrare come ci siano ancora stoffa ed energie per una seconda presidenza. George Clooney ha espresso così la richiesta di un nuovo candidato per rispondere a Trump, è evidente la voglia di non riaverlo di nuovo ai vertici.

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Non può vincere la sua battaglia contro il tempo. Nessuno di noi può. E’ terribile da dire ma il Joe Biden con cui sono stato insieme tre settimana fa per un raccolta fondi non era il Joe Biden del 2010. Non era il Joe Biden del 2020. Era la stessa persona che abbiamo visto al dibattito”. Queste parole, sono state espresse e riportate dal New York Times, l’attore è noto anche per il suo impegno umanitario e sociale, dopo il G7 ha incontrato Biden a Los Angeles per una raccolta fondi.

Sentite che cosa dice anche sullo stato di salute di Biden. “Amo Joe Biden ma abbiamo bisogno di un nuovo candidato”, afferma Clooney. Al dibattito “era stanco? Sì. Un raffreddore? Forse. Ma i leader del nostro partito devono smetterla di dirci di non aver visto quello che 51 milioni di persone hanno visto. Siamo talmente terrificati dalla prospettiva di un secondo mandato di Donald Trump che abbiamo optato per ignorare ogni segnale di avvertimento. L’intervista con George Stephanopoulos ha solo rafforzato quello che abbiamo visto la settimana prima”.

Ha anche aggiunto, “non vinciamo con questo candidato. Non vinceremo alla Camera e perderemo il Senato. Questa non è solo la mia opinione: questa è l’opinione di ogni senatore, deputato e governatore con cui ho parlato in privato”.

George Clooney tra impegni artistici e umanitari

George Clooney con Obama: foto da Wikimedia
George Clooney con Obama: foto da Wikimedia

L’attività sociale e umanitaria di George Clooney è evidente attraverso numerosi video, testimonianze e articoli che raccontano le sue campagne e raccolte di fondi. Clooney è stato attivamente coinvolto nella risoluzione del conflitto nel Darfur, documentando la situazione dei rifugiati in Ciad e Sudan con suo padre nel 2006.

Ha parlato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2006 e ha co-prodotto documentari come “A Journey to Darfur” e “Sand and Sorrow”. È cofondatore di “Not On Our Watch”, un’organizzazione per fermare le atrocità di massa. Clooney è stato anche nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite nel 2008 e ha organizzato il telethon “Hope for Haiti Now” nel 2010.

E in queste ore, il nome di George Clooney circola anche tra chi lo vorrebbe o lo ipotizza in una corsa elettorale (non sarebbe il primo attore nella storia degli Stati Uniti a intraprendere una strada del genere) e anche chi ritiene siano importanti e di impatto le sue parole. Il resto lo devono fare i democratici che devono reggere la corsa elettorale dei repubblicani trumpiani.