Un’altra storia di prostituzione minorile, un’altra triste pagina di cronaca che non vorremmo leggere, soprattutto perché in questo caso, è stata la madre ad avviare alla prostituzione le proprie figlie minorenni.
Costrette a prostituirsi e ad avere rapporti non protetti
Faceva prostituire le figlie con la complicità del compagno, quando erano ancora minorenni, era l’uomo ad accompagnarle agli incontri.
Se i guadagni non erano quelli sperati, le ragazzine venivano anche obbligate ad avere rapporti non protetti, perché i clienti avrebbero pagato di più.
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Questa la triste storie di due minori, la cui madre è stata ora condannata con rito abbreviato a 10 anni 8 mesi di reclusione dal tribunale di Genova per prostituzione minorile aggravata.
I fatti
La donna era stata arrestata lo scorso anno con l’accusa poi confermata dal giudice, a seguito delle indagini condotte dalla squadra mobile.
A destare i sospetti, i tentativi di fuga della figlia quindicenne della romena, che ha fatto insospettire gli inquirenti fino a che la ragazza non ha confessato che veniva costretta a prostituirsi insieme alla sorella maggiore.
La madre, in accordo con il suo compagno di sessantasei anni, gestiva tutto: foto, annunci su siti di incontri (in cui le spacciava per 20enni), poi l’organizzazione degli appuntamenti con la clientela. Contrattava i prezzi in prima persona, per ogni singola prestazione.
La donna, secondo quanto scoperto dagli inquirenti, contava persino i preservativi che consegnava alla figlia maggiore per capire le prestazioni portate a termine in un giorno. Non una delicatezza nei confronti della figlia per proteggerla da eventuali malattia veneree, quanto uno stratagemma per assicurarsi che la ragazzina non incassasse nemmeno 1 euro a sua insaputa.
Gli incontri avvenivano anche dentro casa delle ragazzine: la donna organizzava tutto per “ottimizzare” i tempi ed impegnarle in contemporanea. Una lavorva in casa, llaltra sul marciapiede.
Un incubo durato 3 anni, cui è scampata solo la terza figlia della donna, ancora troppo piccola.
Le ragazzine sono ora in una comunità protetta e il prossimo 10 gennaio si aprirà il processo con rito ordinario anche per il patrigno.