12 e 13 Febbraio, elezioni amministrative 2023 in Lazio e Lombardia: i numeri e le regole.

By Ultimedalweb

Le elezioni amministrative 2023 nelle due regioni più importanti di Italia – Lazio e Lombardia, rigorosamente in ordine alfabetico – vedranno chiamati a votare più di dodici milioni di elettori.

Una ridda di candidati in corsa per occupare i 131 scranni dei Consigli regionali ma, a scaldare gli animi, è la corsa alle poltrone di governatore.

Urne aperte il 12 e il 13 febbraio.

Per queste elezioni amministrative 2023 si voterà domenica 12 febbraio, dalle 7 del mattino fino alle 23, e lunedì 13 febbraio, sempre dalle 7 ma con chiusura delle urne alle 15.

Le precedenti amministrative per le due regioni risalgono al marzo del 2018.

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I numeri delle amministrative del 2018.

Secondo i dati del Viminale, il Lazio vide un’affluenza del 66,55%, con 3.181.235 votanti su 4.780.090 aventi diritto. Vinse Nicola Zingaretti con il centrosinistra, conquistando più di 1 milioni di preferenze, pari al 32,93%. La Lombardia si mostrò più interessata alla questione del voto regionale, portando alle urne il 73,10% degli elettori: 5.762.459 votanti su una platea di 7.882.633 aventi diritto di voto. Contrariamente a quanto accadde nel Lazio, vinse il candidato del centro destra, Attilio Fontana, che si aggiudicò il 49,75% dei voti, ovvero 2.793.369.

Elezioni amministrative 2023: leggi elettorali diverse ma senza ballottaggio.

Nonostante Lazio e Lombardia abbiano le loro leggi elettorali, per entrambe è esclusa la possibilità del ballottaggio: viene eletto presidente della Regione il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale.  

Elezioni amministrative 2023, i candidati governatori in Lazio. Courtesy SkyTG24.it
Elezioni amministrative 2023, i candidati governatori in Lazio. Courtesy SkyTG24.it

Nella regione Lazio, la legge elettorale in vigore è la 2 del 2005, modificata nel 2017 e, oltre al presidente, si dovranno eleggere 50 consiglieri: 40 (ovvero i quattro quinti del totale) saranno eletti con il metodo proporzionale sulla base di tutte le liste presentate a livello circoscrizionale (i collegi sono rappresentati dalle cinque province laziali: Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo).

Abolito il cosiddetto “listino” nel 2017, assegnare i 10 seggi rimanenti è un vero esercizio matematico.

Secondo la legge elettorale, il premio di maggioranza varia in funzione dei seggi che le liste, collegate al presidente della Regione eletto, hanno ottenuto con metodo proporzionale. Se il gruppo (o i gruppi) di liste collegate al presidente eletto hanno conseguito, in sede di riparto proporzionale, una percentuale di seggi inferiore al 60% (30 seggi), il premio di maggioranza consiste nell’assegnare, tra i suddetti gruppi di liste, un numero di seggi necessario a raggiungere tale soglia. Il premio di maggioranza, però, non può superare i 10 seggi, anche nel caso in cui non fosse sufficiente a garantire il raggiungimento del 60% dei seggi.

Sempre nel 2017, è stata anche introdotta la parità di genere, con la doppia preferenza: significa che ogni elettore può esprimere due voti per il consiglio regionale, purché destinato a candidati di genere diverso. Quindi niente doppia preferenza per due uomini o per due donne. Inoltre, le liste circoscrizionali possono prevedere, al massimo, il 50% di candidati con lo stesso sesso e si deve garantire almeno un consigliere eletto per ogni provincia.

Elezioni amministrative 2023: in Lazio 6 candidati Presidente.

Per la poltrona di governatore si sfideranno Alessio D’Amato (centrosinistra e Terzo Polo), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5S e altre liste di sinistra), Rosa Rinaldi (Unione popolare), Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano) e Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo-Insieme per il Lazio).

Criterio proporzionale anche per le amministrative lombarde.

elezioni amministrative 2023, i candidati governatori in Lombardia. Photocredit by Malpensa24.it
elezioni amministrative 2023, i candidati governatori in Lombardia. Photocredit by Malpensa24.it

La Lombardia va al voto con la legge elettorale 17 del 2012. E la sua applicazione è spiegata chiaramente sul sito della Regione.

Si eleggono, oltre al Presidente, 79 consiglieri: il Consiglio regionale lombardo è, infatti, composto da 80 membri in tutto, eletti con criterio proporzionale sulla base di tutte le liste provinciali. I collegi sono quelli ratificati al 1 gennaio 2012, ovvero Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

Anche qui, attenzione alla parità di genere che, in questo caso, privilegia l’alternanza.

Per quanto relativo al premio di maggioranza, le liste del governatore eletto si vedranno assegnare almeno 44 seggi, ovvero il 55% di quelli disponibili, nel caso in cui il presidente conquisti meno del 40% dei voti validi. Se, invece, il futuro governatore superasse questa soglia (quindi conquistasse più del 40% dei voti validi) si vedrebbe riconosciuti 48 seggi, corrispondenti al 60% del Consiglio.

Siccome, però, la coalizione vincente non può attribuirsi più del 70% dei consiglieri, ovvero un massimo di 56 seggi, alle opposizioni ne vengono, comunque, assicurati 23, con la garanzia che ogni provincia abbia il proprio rappresentante in Consiglio regionale.  

Poker di candidati Presidente in Lombardia per le elezioni amministrative 2023.

Per il Pirellone, la partita si gioca tra l’uscente Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5S), Letizia Moratti (Terzo Polo), Mara Ghidorzi (Unione Popolare).

Al netto delle regole fissate per le elezioni amministrative 2023 nelle due regioni più importanti di Italia, la partita è decisamente importante: i due appuntamenti elettorali, legati da un filo rosso, disegnano uno scenario complicato sia in Lazio sia in Lombardia (link) ed avranno certamente conseguenze e ricadute sull’intero panorama politico nazionale.

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