Decreto legislativo per introdurre novità fiscali e nuovo bonus fino a 80 euro nella tredicesima
Il consiglio dei ministri si prepara ad approvare uno schema di decreto legislativo che rivoluzionerà il regime impositivo dell’Irpef e dell’Ires. Questa revisione fiscale influenzerà i redditi dei lavoratori dipendenti, autonomi e d’impresa. Una delle novità più discusse riguarda un possibile bonus per i lavoratori dipendenti con reddito inferiore ai 15.000 euro annui. Si parla di un incentivo una tantum fino a 80 euro (ricorda vagamente la famosa misura di Matteo Renzi), che potrebbe essere incluso nella busta paga di dicembre. Tuttavia, ci sono voci su un bonus potenzialmente più alto, fino a 100 euro, per le famiglie monoreddito con redditi fino a 28.000 euro annui e almeno un figlio a carico.
Il governo sta ancora definendo i dettagli del decreto, con il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, che sottolinea la necessità di un provvedimento che rispetti le esigenze dei contribuenti e gli equilibri di finanza pubblica. L’eventuale inclusione di queste misure nel decreto non è ancora certa, potrebbe essere rinviata alla legge di bilancio. Oltre ai bonus sulla tredicesima, il decreto prevede anche un aumento della tassazione sui premi di risultato a partire dal 2025. Bisognerà attendere il decreto per avere certezza su tutte le modifiche fiscali proposte.
Nelle notizie di oggi anche il Patto di stabilità europeo: ecco come lo ha definito Paolo Gentiloni, Commissario all’Economia
L’Eurocamera ha definitivamente approvato il nuovo Patto di stabilità con 359 voti favorevoli, segnando una svolta significativa nella governance economica dell’Unione Europea. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha sottolineato l’importanza di questo passo, affermando che dopo quattro anni straordinari per l’economia dell’UE, è ora il momento di aprire un nuovo capitolo per affrontare le sfide attuali e future con rinnovata fiducia.
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Il Consiglio UE potrà dare il via libera definitivo a questo pacchetto legislativo nei prossimi giorni. Gentiloni ha elencato quattro motivi principali per cui il nuovo Patto è migliore delle regole precedenti, incluso un maggiore focus sugli investimenti pubblici per affrontare le sfide climatiche e sociali. Inoltre, si prevede che nei prossimi anni gli euro saranno principalmente destinati a nuove strutture e programmi per combattere il cambiamento climatico, il che rende il Patto di stabilità una notizia economica di rilievo, soprattutto per paesi come l’Italia con alti e bassi nel debito pubblico. Vediamo alcuni commenti di Paolo Gentiloni sul Patto di Stabilità, strumento che Von Der Leyen ha sempre definito importante ma da migliorare.
“Oltre a rafforzare gli incentivi per gli investimenti pubblici, per le transizioni verde e digitale e per la difesa, e per le riforme, definisce un percorso credibile per la necessaria riduzione del debito, garantisce che gli Stati membri abbiano la responsabilità delle loro politiche fiscali, all’interno di un quadro comune europeo e dà maggiore risalto agli aspetti sociali e alle considerazioni climatiche“
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di correggere norme talmente rigide che spesso non venivano applicate e siamo riusciti in questo obiettivo: come avviene dopo ogni negoziato, la riforma adottata oggi è un compromesso, che non è perfetto, e fa ben poco per ridurre la complessità, ma è migliore delle regole esistenti“
Ultime notizie sul debito pubblico italiano e di altri paesi: classifica e maglie nere
Nel 2023, 23 dei 27 Stati dell’Unione Europea chiudono in deficit, con l’Italia in testa per indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, registrando un -7,4%. Il debito pubblico italiano rimane elevato, al 137,3% del PIL, con un leggero calo rispetto al trimestre precedente.
Solo quattro Paesi dell’UE non sono in deficit, tra cui Cipro, Danimarca, Irlanda e Portogallo. Se l’Italia guadagna la “medaglia d’oro” per il peggior indebitamento netto, si classifica al secondo posto per il debito pubblico, dopo la Grecia. Tuttavia, c’è un lieve miglioramento rispetto al 2022.
L’Istat attribuisce questo cambiamento anche al Superbonus, sebbene la Banca d’Italia sollevi preoccupazioni sulla sua gestione, auspicando una piena attuazione degli investimenti del PNRR per migliorare la situazione economica del Paese.