Duplice femminicidio ad Arezzo, uomo di 38 anni accoltella moglie e suocera

By Ana Maria Perez

Duplice femminicidio ad Arezzo, chi erano le vittime?

Appena ieri, 12 aprile, vi raccontavamo dell’omicidio di Rosignano (Livorno); un uomo di 81 anni ha ucciso suo genero, di 57 ed è scappato Oggi, ancora fatti di sangue in famiglia. Non solo uno; questa volta si tratta di un duplice femminicidio ad Arezzo, avvenuto in pieno centro storico. I fatti si sono consumati all’ultimo piano di una palazzina di 3 ubicata in Viale Benedetto Varchi, uno dei boulevard di circonvallazione, con le finestre che si affacciano sulla strada d’angolo, via Marco Perennio. Davanti all’ingresso si trova la storica Porta San Lorentino.

Al terzo piano abitava Sara Ruschi, aretina di 36 anni,  con suo marito Hicham, 38 enne di origini magrebine. La coppia viveva con i loro due figli: il più grande ha 16 anni e la più piccola ne ha soltanto 2. Ogni tanto, la suocera di Hicham, Brunetta Rinolfi. di 73 anni, aretina anche lei, residente a Casenuove di Ceciliano, andava a trovare la coppia e si fermava per aiutare con i bambini e con le faccende domestiche. Ieri è stata l’ultima volta. Perché sia lei che sua figlia non ci sono più.

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La dinamica del duplice femminicidio ad Arezzo

Quella di ieri, mercoledì 12 aprile, sembrava una serata come qualunque altra. La famiglia era a casa con i bambini; c’era anche la nonna. All’improvviso, a quanto pare per motivi banali, è scattata l‘ennesima lite. Dopo la mezzanotte Hachim ha preso un coltello da cucina e ha accoltellato moglie e suocera davanti ai figli. Poi è scappato giù per le scale. L’uomo avrebbe tentato di avvisare i soccorritori da una cabina pubblica che si trova nel piazzale. Intanto, il figlio adolescente ha chiamato i soccorsi, allarmato.

I soccorsi tempestivi non riescono a salvare le donne

Sul posto arrivano subito i soccorritori della Croce bianca di Tegoleto, della MIsericordia di Subbiano e l’automedica della Asl. Sono presenti anche gli agenti della polizia di Arezzo e il pm di turno,  Marco Dioni, svegliato nel cuore della notte. Sul posto anche la polizia scientifica, per i rilievi di rito. Quando sono arrivati i sanitari, per la donna più anziana non c’era più nulla da fare se non decretare il decesso. Sara Ruschi era agonizzante, ma respirava ancora. Dopo essere stata stabilizzata, l’ambulanza l’ha trasportata in codice rosso all’ospedale San Donato. Tuttavia, i medici hanno potuto fare ben poco per lei, che è deceduta nel cuore della notte, intorno alle 4.

Il movente del duplice femminicidio ad Arezzo

Anche se non è ancora ben chiaro quale sia stato il fatto che ha scatenato il doppio femminicidio ad Arezzo, le prime indiscrezioni puntano alle liti in famiglia. La coppia avrebbe avuto dei problemi che ultimamente sarebbero diventati insormontabili, al punto da generare costanti liti in famiglia. Per questo motivo la madre di Sara si fermava spesso ad accompagnare la figlia ed i nipoti, nella speranza che la sua presenza facesse da “paciere”.

Le indagini della polizia e l’ammissione di colpa da parte dell’autore del duplice femminicidio

Quando la Volante arriva in Via Varchi, il magrebino Hicham corre incontro agli agenti urlando “le ho ammazzate, le ho ammazzate“. I poliziotti mettono l’uomo a terra e lo fermano. Ascoltano il suo racconto confuso e poi, su disposizioni di Sergio Leo, capo della squadra mobile, lo portano in questura per essere interrogato. Il pm Marco Dioni nel frattempo fa un sopralluogo nell’appartamento dove sono accaduti i fatti; la scena del crimine, dove si trova ancora il corpo della donna morta, non lascia adito a dubbi. Scatta subito l’indagine e viene aperto dalla Procura un fascicolo per il duplice femminicidio ad Arezzo.

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