Def, documento economia e finanza: deficit 2024 con Pil all’1%, debito in aumento

By Iole Di Cristofalo

Approvato il Def, Documento di economia e finanza con queste percentuali: Pil fissato all’1%

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il Documento di Economia e Finanza, evidenziando una serie di previsioni e proiezioni cruciali per l’andamento economico del paese nel corso del 2024 e nei prossimi anni. Secondo le ultime stime, il Pil per l’anno in corso è stato fissato ad un modesto +1%, un dato leggermente inferiore rispetto alla previsione iniziale del +1,2% indicata nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef).

Approvazione Documento di Economia e Finanza: dichiarazioni del ministro Giorgetti
Approvazione Documento di Economia e Finanza: dichiarazioni del ministro Giorgetti

Tuttavia, ciò che solleva maggiore attenzione è la tendenza del debito pubblico, che sembra deviare dal percorso di riduzione delineato precedentemente. Con un debito che si attesta al 137,8% del Pil nel 2024, le proiezioni indicano un aumento costante nei prossimi anni, raggiungendo il 138,9% nel 2025 e il 139,8% nel 2026. Questo ribaltamento di tendenza rispetto alle aspettative della Nadef, che prevedeva una progressiva diminuzione del debito nei prossimi anni, solleva interrogativi sulle politiche economiche adottate e sulle sfide che il paese dovrà affrontare nel medio termine.

Nel Documento di Economia e Finanza calcolato l’abbassamento del debito, questo per rispondere anche al rischio di procedura d’infrazione

Con il Documento di Economia e Finanza (Def), il Consiglio dei Ministri ha deciso di ridurre il debito pubblico per evitare problemi con le regole europee negli anni futuri. L’indebitamento netto, che è la differenza tra ciò che il governo spende e ciò che guadagna, sarà del 4,3% del Pil quest’anno. Si prevede che diminuirà al 3,7% nel 2025, al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027, secondo quanto stabilito nel Def approvato dal Consiglio dei Ministri.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

Sebbene la stima per il 2024 sia in linea con quella prevista dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef), ci sono lievi differenze per gli anni successivi: la Nadef prevedeva un deficit del 3,6% nel 2025 e del 2,9% nel 2026. Inoltre, secondo il Def, si prevede che il Pil crescerà dell’1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027.

Il Def presentato in anticipo rispetto al settembre, le motivazioni spiegate dal ministro dell’economia

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgietti ha dichiarato che il nuovo Documento di Economia e Finanza (Def) tiene conto delle recenti modifiche nelle regole fiscali europee. Tuttavia, sono necessarie ulteriori istruzioni e disposizioni per delineare il percorso dettagliato.

Il termine per la presentazione del nuovo Def e del programma fiscale strutturale è fissato per il 20 settembre, ma l’obiettivo è presentarlo prima, appena saranno disponibili tutti gli elementi, soprattutto la traiettoria tecnica prevista dalla Commissione Europea entro metà giugno. Il Superbonus influisce sul debito pubblico attraverso impatti finanziari, ma si prevede una discesa dopo il 2026. Riguardo alla decontribuzione che scade nel 2024, c’è l’intenzione di ripeterla nel 2025, indicando che questo è l’obiettivo principale nel definire il Programma Strutturale.

Arrivano i trust, patti familiari e novità su successioni, donazioni e altre tasse dirette

Il governo ha approvato un decreto legislativo mirato a semplificare, garantire maggior certezza del diritto e razionalizzare le imposte sulle successioni e le donazioni, oltre che su altre tasse indirette. Tra le novità, ci sono anche disposizioni riguardanti i “patti familiari” (trust) e la successione delle quote societarie, con l’obiettivo di favorire il cambio generazionale.

Tuttavia, alcune restrizioni sono state introdotte, ad esempio la partecipazione deve essere detenuta per almeno 5 anni per evitare l’imposta. Riguardo alla riduzione dell’Irpef e al superbollo auto, si dovrà attendere, poiché le risorse necessarie non sono ancora disponibili. Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi della benzina, il ministro dell’Economia spiega che non dipende dalle decisioni del governo e che esiste già una disposizione per ridurre le accise in determinate circostanze.

Lascia un commento