Decreto lavoro, il via dal CdM, 100 euro in più in bustapaga

By Ana Maria Perez

Decreto lavoro, approvato il 1° maggio

Sono arrivate le nuove disposizioni in materia di Lavoro e di Politiche Sociali, come già preannunciato nelle nostre pillole. Il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri nel giorno della  Festa dei Lavoratori (1° maggio) come ha voluto il governo Meloni, preavvertendo i sindacati, che hanno conosciuto le disposizioni del Governo il giorno prima (domenica 30 di aprile).

La Premier Giorgia Meloni ha commentato: “Nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro. Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni

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Giorgia Meloni

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Taglio del cuneo fiscale

 Il taglio del cuneo fiscale e contributivo fino alla fine dell’anno aumenta di quattro punti rispetto a quelli già deliberati nella Legge di Bilancio: a partire dal 1° di luglio del 2023 la misura di supporto è incrementata dagli attuali due punti a sei punti per i redditi fino a 35mila euro e dagli attuali tre punti ai sette per i redditi fino a 25mila euro. L’aumento in busta paga è stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili medi.

Contratto a termine

Il contratto a tempo determinato è disciplinato dal decreto legge Dignità. Le norme prevedono che la durata massima del contratto a termine sia pari a 12 mesi, con possibilità di estensione a 24 mesi in presenza di condizioni molto particolari. Senza di esse il tempo determinato si trasforma in contratto a tempo indeterminato. Il governo con il decreto sottoscritto il 1° maggio, cancella le causali introdotte con il decreto Dignità e le sostituisce rinviando l’argomento alle intese tra le aziende e i sindacati.

Il contratto potrà essere prolungato sostanzialmente a 24 mesi in questi casi: motivi previsti dai contratti collettivi di lavoro; per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva; per sostituire altri lavoratori dipendenti.

Per approfondire:

Contratti a termine e voucher, precarietà o flessibilità?

Cosa sono i voucher e come funzionano?

I voucher, come vi avevamo già raccontato, sono buoni che hanno una durata oraria e servono per lavori occasionali. Il lavoratore percepisce il 75% del totale, mentre il resto si distribuisce tra contributi e assicurazioni varie. Partiti come un tentativo di coprire le spese in nero di alcune categorie (baby sitter, domestiche, braccianti stagionali.…), i voucher si sono allargati a ogni categoria professionale. Il Decreto Lavoro prevede l’incremento dell’importo massimo erogabile (€10.000,00 annui) a €15.000,00  per “gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento“.

Il nuovo tetto dei fringe benefit del decreto lavoro

Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico aumenta nel decreto lavoro. Poche ore fa vi parlavamo della probabilità che la detassazione arrivasse a 516 euro, come in occasione dell’emergenza pandemica del Covid-19.

Tuttavia, come fortemente voluto dal ministro Giorgietti, il Governo ha deciso di tornare al livello del 2022 e ha lasciato in €3.000,00 il tetto dedicato ai fringe benefit dei dipendenti con figli a carico. Solo per il 2023, la bozza indica che “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze” di acqua, luce e gas, fino a 3mila euro. Alla misura vengono dedicati 142 milioni di euro per aiutare le famiglie.

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Ministro Giorgietti

Per approfondire:

La soglia del fringe benefit, 3,5 miliardi di euro, per chi?

L’assegno di inclusione

Su questa tipologia di aiuto vi avevamo già parlato. La misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza sarà valida dal primo gennaio 2024, come”contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale“. L’aiuto è pensato per le famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60. L’importo della misura potrà raggiungere 500 euro al mese oppure 630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi. Per i contribuenti “bisognosi” che sono in affitto sarà aggiunto un importo pari a 280 euro mensili.

 L’Assegno di inclusione verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Per avere il supporto gli aventi diritto dovranno iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl)

Per approfondire:

Assegno di Inclusione 2024: guida alla domanda (carcere per i furbetti)

Gli incentivi per l’assunzione dei giovani

L’Italia ha il record di giovani Neet (che non lavorano e non studiano). In detta condizione si trovano quasi il 20% dei giovani tra 15 e 24 anni, contro una media Ue del 10,8%. Pertanto la ministra del Lavoro Marina Calderone ha fatto una proposta che prevede incentivi pari al 60 per cento della retribuzione per un periodo di 12 mesi a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i 30 anni. Per avere il contributo, i giovani neoassunti dovranno essere iscritti nel piano “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente. Scriveteci se volete sapere quali

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Marina Elvira Calderone

Sicurezza sul lavoro

Il ministero del Lavoro istituisce un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative. E si prevedono alcuni obblighi in capo ai datori di lavoro e ai dipendenti. I primi devono nominare un medico competente quando previsto dalla valutazione dei rischi. I secondi dovranno partecipare a corsi di formazione specifica in merito alla propria tutela nei cantieri e in merito all’utilizzo di attrezzature di lavoro specifiche per svolgere le loro attività professionali.

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