Contrastare le Autorità
Da Ultimedalweb crediamo che in ogni Paese democratico che si rispetti, le regole devono essere seguite. Normalmente sono le stesse per tutti. Com’è noto, la frase “La Legge è uguale per tutti” campeggia in tutte le aule dei Tribunali del nostro Paese, e non solo. Ad imporre o dettare le regole sono sempre le Autorità, cioè, coloro che per il loro ruolo e carica ricoperta, hanno la possibilità di emanare decreti, imporre divieti, dettare regole precise nel settore sotto la loro responsabilità. Logicamente, le loro disposizioni non dovranno essere in contrasto con altre Leggi, Regolamenti o Decreti che si collocano, per importanza, al di sopra di esse e che per questo motivo le renderebbero nulle.
Mi spiego, arrivando subito al punto. Una giovane di Palermo è stata condannata in via definitiva per avere promosso una manifestazione studentesca nel febbraio del 2022. L’evento non era stato approvato dalla Questura del capoluogo. La studentessa ha violato le regole, mentre le regole hanno violato il suo diritto a manifestare. Voi cosa ne pensate? leggete il nostro articolo e fateci sapere.
La manifestazione a Palermo non autorizzata
La ragazza condannata aveva organizzato insieme ad altri suoi coetanei una manifestazione il giorno 4 di febbraio del 2022, per protestare contro l’alternanza scuola – lavoro che nelle settimane precedenti aveva causato la morte di due ragazzi, deceduti durante lo stage. Si trattava dei giovani Lorenzo Parrelli (18 anni) e Giuseppe Lenoci (16 anni). Il corteo non ottemperava alle prescrizioni emesse dalle Autorità, in questo caso dal Questore di Palermo, dott Leopoldo Laricchia, che in periodo di Covid aveva imposto dei divieti in alcune delle zone che i giovani hanno attraversato, spostandosi da piazza Politeama a piazza Verdi.
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Per i fatti è stato aperto un fascicolo; la Procura di Palermo ha deliberato recentemente che la giovane dovrà scontare 5 giorni di carcere e pagare un’ammenda di 110 euro. Solo lei dovrà rispondere per la scelta condivisa dalla piazza. E su questo aspetto questa mattina è stata organizzata una conferenza stampa nella sede del Laboratorio Sociale Malaspina per discutere sulla Libertà di dissenso e sulla Libertà di essere Ribelli.
Il reato di mancata osservanza dei precetti e la pena pecuniaria
L’articolo 650 del Codice Penale, “Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità” dispone che: “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato [337, 338, 389, 509], con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206.
In questo caso si tratta di un reato commesso per omissione perché comporta un’attività di inadempimento nei confronti dell’ordine espresso dall’Autorità.
Tenuto conto che le giornate di carcere a cui è stata condannata la ragazza a titolo punitivo sono solo 5, la pena detentiva è stata comminata con una sanzione pari a 500 euro. La “bravata” ora costerà alla studentessa (o ai suoi genitori) 660 euro a cui andranno sommate le spese legali, dato che ogni imputato deve avere (e pagare) un avvocato difensore. Senz’altro, il pagamento della multa eviterà che alla giovane resti la macchia del reato penale, che le creerebbe probabilmente molti fastidi, a partire dall’impossibilità di partecipare a concorsi pubblici. Ma… davvero ci voleva? era, o erano davvero criminali? Voi cosa ne pensate?
Le proteste in Iran
L’episodio ricorda le recenti manifestazioni di massa in Israele, e le tante condanne e atti di repressione in Iran, da quando il 17 settembre 2022 la 22enne Mahsa Amini è stata uccisa per avere indossato male il velo e sono iniziate le proteste nel Paese Islamico. Più di 500 persone, ritenute criminali per il mancato rispetto delle Autorità, avrebbero perso la vita, secondo le stime degli attivisti iraniani. I tribunali hanno emesso 17 sentenze di condanna a morte.
Certamente, l’Italia è un Paese democratico, con le sue regole ed i suoi divieti. Alla ragazza palermitana sarebbe andata molto peggio se fosse stata in un’altro Paese, ma non si può dire che non abbia preso per il suo gesto una bella batosta.
La condanna a 25 anni di carcere di Vladimir Kara – Murza per avere criticato la guerra in Ucraina
L’episodio ci viene raccontato da Tiziana Albanese, che ringraziamo da Ultimedalweb, quando abbiamo appena saputo della condanna del dissidente russo Vladimir Kara – Murza a 25 anni di carcere per avere criticato le Autorità nei suoi interventi pubblici all’estero. Anche lui non ha rispettato le regole. Il giudice ha letto la sentenza in un’aula vuota in un processo che si è tenuto a porte chiuse, dichiarando l’oppositore 41enne colpevole di “alto tradimento”, di “discredito delle forze armate” e di lavoro per un’organizzazione “non grata”. La politologa Tatiana Stanovaja e il dissidente Aleksej Navalnyj (in carcere) hanno criticato duramente la condanna.