Il caso Sangiuliano continua a dominare il dibattito politico e mediatico, coinvolgendo con il ministro della Cultura anche l’influencer campana Maria Rosaria Boccia, che continua a difendersi utilizzando i social. La vicenda, già complessa, si arricchisce di nuovi elementi e polemiche. La risposta del Governo questa volta deve essere più forte, anche al di là delle ammissioni dello stesso ministro.
Caso Sangiuliano: le trasferte contestate
Il quotidiano La Repubblica ha recentemente riportato che Maria Rosaria Boccia avrebbe partecipato a otto missioni istituzionali al fianco del ministro Sangiuliano. Questi spostamenti sollevano dubbi riguardo chi abbia coperto le spese di viaggio e soggiorno di Boccia. Il ministro ha negato qualsiasi responsabilità economica, dichiarando: “Mai dato un euro a Boccia”. Tuttavia, Boccia ha reso pubblici documenti e file audio che dimostrerebbero una sua collaborazione con il Ministero della Cultura (MiC). La questione si complica con l’ipotesi che Boccia abbia avuto accesso a documenti riservati, tra cui quelli riguardanti il G7 Cultura. Le accuse contro Sangiuliano non si limitano all’aspetto economico, ma includono anche sospetti di conflitto di interessi e abuso di potere, alimentando ulteriormente la polemica.
La confessione del ministro e le critiche dell’opposizione
Il caso Sangiuliano ha preso una piega emotiva quando il ministro ha rilasciato un’intervista al Tg1, confessando di aver avuto una relazione con Boccia.
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Tra le lacrime, Sangiuliano ha ammesso: “Volevo darle un incarico, poi è nata una relazione e ho bloccato tutto”. Ha precisato di aver pagato personalmente tutte le trasferte con la propria carta di credito. Tuttavia, questa difesa non ha placato le critiche delle opposizioni, che accusano il ministro di aver mescolato sfera privata e istituzionale. La confessione ha sollevato ulteriori interrogativi etici e politici. Nonostante la richiesta di dimissioni da parte di diversi esponenti del Partito Democratico (PD) e del Movimento 5 Stelle (M5S), la premier Giorgia Meloni ha deciso di non accettare le dimissioni di Sangiuliano, mantenendo alta l’attenzione mediatica sul Caso Sangiuliano.
Le reazioni politiche
Gli ultimi fatti hanno scatenato una reazione ancor più dura nella politica. L’opposizione chiede alla premier Meloni di riferire in Parlamento. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Italia Viva accusano il ministro di aver danneggiato le istituzioni, criticando la sua presenza in prima serata su Rai 1. Secondo la senatrice del PD Simona Malpezzi, la televisione di Stato sarebbe stata utilizzata per fini privati, evitando un confronto pubblico in Parlamento sulla vicenda.
Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura di Roma, accusando Sangiuliano di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio. Bonelli ha messo in dubbio la ricostruzione del ministro, criticando l’uso improprio dei servizi dello Stato per favorire una persona che non ricopriva alcun ruolo ufficiale.
Dall’altra parte, la maggioranza, composta da Fratelli d’Italia e i suoi alleati di governo, difende il ministro. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha dichiarato che il caso può considerarsi chiuso, ritenendo le scuse pubbliche di Sangiuliano sufficienti a chiarire la vicenda. Il ministro ha ammesso la relazione extraconiugale con Boccia, ma ha sottolineato di non aver mai speso denaro pubblico per lei.
Boccia ha reagito duramente all’intervista, accusando Sangiuliano di mentire e respingendo l’idea di essere ricattabile. In un post sui social, ha difeso la propria dignità e criticato il comportamento dei “palazzi del potere”, che, secondo lei, eserciterebbero pressioni ingiuste. La polemica continua a infiammare il dibattito pubblico, lasciando aperte numerose questioni sul Caso Sangiuliano e sul futuro del ministro.
Qualche nota biografica sul ministro
Gennaro Sangiuliano dopo aver frequentato il liceo classico “Adolfo Pansini” di Napoli, si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e prosegue con un master in Diritto privato europeo presso la Sapienza – Università di Roma e un dottorato in Diritto ed Economia. È docente di Diritto dell’informazione e Economia degli intermediari finanziari, e dal 2016 è titolare del corso di Storia dell’economia e dell’impresa alla Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma, nonché direttore della scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno.
Nel campo del giornalismo, Sangiuliano ha lavorato per diversi quotidiani e periodici, tra cui L’Indipendente, Il Roma, e Libero. È entrato in Rai nel 2003 come inviato, diventando poi vice direttore del TG1 e, nel 2018, direttore del TG2. Nella sua carriera politica, è stato consigliere circoscrizionale e candidato alla Camera dei Deputati. Il 21 ottobre 2022, è stato nominato Ministro della Cultura nel governo Meloni, dove ha introdotto nuove misure per i musei e il Pantheon. È anche autore di diversi saggi storici e biografie, tra cui Scacco allo zar e Quarto Reich, e ha ricevuto riconoscimenti per le sue opere saggistiche.