Il Parlamento Europeo approva la direttiva sulle Case Verdi
Dopo avere incassato il parere favorevole della Commissione UE, il Parlamento Europeo ha approvato ieri la direttiva sulle “Case Green” per l’efficienza energetica degli immobili in tutta Europa. La consultazione è stata vinta con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti. Ora si punta a ristrutturare il parco immobiliare europeo per renderlo maggiormente sostenibile. Entro il 2030 tutti gli immobili dovranno rientrare nella classe energetica E, per passare nel 2033 alla classe D. Tutti gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Tuttavia, il provvedimento non entrerà in vigore prima del 2025, tenendo conto dei tempi previsti per le consulte. E sia chiaro che se qualche Paese si opporrà, il dispositivo sarà bloccato.
Gli immobili che dovrebbero essere ristrutturati
Facendo un veloce ragionamento sul numero di immobili che dovrebbero essere ristrutturati per rispettare le disposizioni della Direttiva, non è possibile fare un calcolo approssimativo. La classificazione degli immobili non è omogenea in tutti gli Stati dell’UE. Al momento, in Italia 3 case su 4 si trovano comprese nei parametri da D a G (la più bassa), ma la categoria D italiana non corrisponde alla categoria D europea, che deve essere ancora definita da Bruxelles per omogeneità tra tutti i 27. Ad ogni buon conto, verrà data facoltà ad ogni Stato membro di non sottoporre a ristrutturazione un massimo di immobili pari al 22% del patrimonio del Paese. Sono esclusi dal provvedimento i palazzi storici, gli edifici di culto e le abitazioni indipendenti con una superficie di meno di 50 metri quadri.
Le prime reazioni e il precedente storico
Fratelli d’Italia, all’interno del gruppo ECR (Conservatori e riformisti Europei) e d’accordo con esso,ha espresso un voto contrario alla riforma perché la considera “una patrimoniale mascherata”. Secondo Nicola Procaccini e Carlo Fidanza “l’efficientamento energetico degli edifici è un obiettivo condivisibile ma non può essere perseguito sulla pelle dei cittadini“. Anche Confedilizia ha espresso parere contrario e chiede al Governo di rendersi protagonista nel periodo di negoziazione che si è aperto oggi. Del resto, un precedente recente c’è. Ci riferiamo allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Il testo, dopo i due via libera ottenuti a Bruxelles necessitava della sola ratifica dei 27 prima dell’entrata in vigore, ma una minoranza ha fermato l’iter.
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