Brescia, 16enne picchiata per avere postato un video sui social senza indossare il velo

By Ana Maria Perez

La punizione della giovane straniera

Quando ieri, domenica 26 di febbraio, una ragazza di 16 anni residente a Brescia, ma di origini egiziane, è rincasata, l’attendeva un brutto saluto. Il padre, di 44 anni, l’avrebbe aggredita e minacciata più volte. L’uomo l’avrebbe prima insultata e poi le avrebbe scagliato il cellulare addosso, per finire schiaffeggiandola e colpendola alla schiena. La violenza è avvenuta davanti alla madre e alle sorelle più piccole della 16enne. L’egiziano avrebbe anche minacciato di morte la figlia, per avere fatto un affronto alla loro cultura. La giovanissima è riuscita ad avvertire una sua amica, che ha chiamato il 112. All’arrivo dei soccorritori, la ragazzina si trovava sotto choc e i segni dell’aggressione erano evidenti.  

Il video “colpevole” su tiktok

Il motivo di tanta rabbia è stato un video che la ragazzina ha postato su tiktok qualche giorno fa. Nelle immagini si poteva vedere la giovane senza il velo insieme ad alcuni coetanei. A scoprirlo sono stati alcuni parenti residenti in Egitto che seguono l’adolescente sui social. Qualcuno ha avvisato subito il capofamiglia, che ha considerato il fatto intollerabile. Non era la prima volta che la ragazzina si rendeva “rea” di “vivere all’occidentale”. E a nulla serviva che indossasse sempre il copricapo tradizionale, e che rispettasse le tradizioni del suo paese di origine, perché i genitori trovavano il suo comportamento offensivo per la loro cultura.

I soccorsi e il trasferimento in una struttura protetta

Sul posto sono arrivati i carabinieri di Brescia. Vista la grave situazione, i militari hanno accompagnato la ragazzina alla Poliambulanza, dov’è stata medicata. Dovrebbe guarire in circa due settimane. La giovane è stata trasportata in una comunità protetta, in accordo con il Tribunale per i minorenni. Il padre risulta al momento denunciato a piede libero. Sul caso indagano i carabinieri e la Procura minorile di Brescia. Ora gli inquirenti dovranno accertare la versione della giovane prima di disporre il rientro a casa, considerato al momento “improponibile”.

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