La condanna di Bialiatski
L’attivista e Premio Nobel per la Pace 2022 Ales Bialiatski è stato condannato a dieci anni di reclusione in Bielorussia. Il Premio Nobel per la Pace per le sue attività umanitarie è stato processato per contrabbando e finanziamento di “attività che violano gravemente l’ordine pubblico”. Il leader si trova in carcere dal luglio del 2020 per un processo che non c’è. Le organizzazioni per i diritti umani considerano l’accanimento giudiziario contro Bialiatski “una farsa”. Oltre al pacifista, altri attivisti per la difesa dei diritti umani sono stati condannati a diversi anni di galera: Valiantsin Stefanovic dovrà passare nove anni incarcerato, mentre Uladzimir Labkovich dovrà scontare in prigione solo sette anni.
Chi è il Premio Nobel per la Pace 2022?
Ales Bialiatski è noto per la sua lotta per i diritti civili in Bielorussia. Ha promosso il movimento democratico degli anni ‘80, quando il suo Paese faceva ancora parte della URSS. Ha dedicato la sua vita a combattere per i diritti civili. Inoltre, ha fondato l’ong Viasna, nota per essere in prima linea nella difesa dei diritti umani in Bielorussia. Il comitato norvegese che gli ha conferito il premio Nobel per la Pace ad ottobre del 2022 ha sottolineato che l’attivista “ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e allo sviluppo pacifico nel suo Paese”. Insieme a lui, il comitato ha assegnato il premio Nobel anche a Memorial, l’ong russa per la difesa dei diritti umani, e all’organizzazione ucraina Centro per le Libertà Civili.
Le reazioni alla condanna
Le reazioni alla condanna sono molto dure. Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa ha definito “vergognoso” il verdetto e ha chiesto ai suoi seguaci di combattere per liberare i tre condannati, rei di avere tentato di aiutare il popolo bielorusso a vivere meglio. Per Amnesty International, il 60enne “è un prigioniero di coscienza storico il cui valore è riconosciuto a livello mondiale“. Ma Bialiatski vive in un Paese che si trova negli ultimi posti della classifica in quanto a corruzione, diritti umani e qualità della vita. Governato da Aleksandr Lukashenko ininterrottamente dal 1994, il Paese non ha rapporti di spicco con i paesi occidentali. Il capo del governo è considerato “l’ultimo dittatore d’Europa“. Stanti le informazioni che giungono in occidente, l’uomo sarebbe molto vicino a Putin ed è accusato di gravi violazioni dei diritti umani.
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