Barbieri nel podcast di Sangiorgi: “Tutti mi temono quando vado al ristorante”

By Redazione

Bruno Barbieri, giudice di Masterchef dalla prima edizione italiana, e scrutatore di alberghi per il programma Sky 4 Hotel ha raccontato durante Contatto, il podcast di Giuliano Sangiorgi, di mettere in soggezione i padroni di casa ogni volta che cena da qualcuno.

“Quando vado negli hotel, entro nei ristoranti, mangio a casa di qualcuno, la gente è terrorizzata. Mi vedono come il mostro, il cattivo: sono il contrario di tutto questo. Non entro nei locali per mettere alla prova lo chef: se decido di mangiare da te è perché so che stai per darmi in cambio qualcosa. La tua anima, il tuo lavoro, il tuo modo di fare cucina”.

“La mia cucina è un circo, si ascolta musica, si guardano film. Ma al momento del servizio è tutto perfetto”

Bruno racconta poi di non essere un capo rigido, anzi, dice di essere il contrario dei suoi colleghi: “Gli chef sono tutti un po’ strani, molto rigorosi, qualcuno lavora anche a livello militaresco nelle cucine”, racconta Barbieri, “La mia cucina è sempre stata un circo. Ognuno fa quello che vuole: chi ascolta musica, chi guarda film, chi legge giornali. Però, al momento del servizio è tutto perfetto”.

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Lo chef racconta aneddoti dal passato: “Mio padre era molto duro. Mia madre e mia nonna invece erano donne straordinarie, che mi hanno trasmesso tutto quello che oggi sono. Ho conosciuto i negozi a 8 anni, perché facevamo tutto in casa”.

L’imprinting è stato quando a 4 anni ha assistito alla nascita di un vitellino _ “Tutto questo è entrato nel mio Dna. Mangiavamo attraverso le stagioni, cosa che non si fa più oggi. Nonna diceva che così non ci saremmo mai ammalati. Ci interrogava sull’agricoltura. Mi sarebbe piaciuto che avesse visto cosa poi ho fatto. Non avrei potuto fare altro mestiere”.

L’aneddoto di Giuliano Sangiorgi: “Prima di diventare il frontman cercavo un cantante per la band”

Il frontman dei Negramaro ha poi raccontato di avere un episodio accadutogli in un ristorante: “Prima di un concerto, i Negramaro mi dimenticarono nel locale. In quel periodo andavamo a cena prima di salire sul palco. Una sera, io ero andato in bagno e quando sono uscito c’era la tavolata vuota. Non sapevo se ridere o piangere: si erano dimenticati il cantante. Sono arrivati sul palco e il band assist ha chiesto: ‘Scusate, Giuliano?’. Nonostante fosse già arrivato il successo dei Negramaro, da chitarrista quale sono, non volevo essere il cantante. In sala prove portavo ogni giorno dieci persone diverse per fare provini: cercavo un cantante per la band. Non mi reputavo all’altezza: volevo solo suonare e scrivere”.

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