Andare in pensione con Quota 103: attenzione alla differenza di pochi mesi e un anno

By Iole Di Cristofalo

Andare in pensione con quota 103: funzionamento

Questo articolo lo dedichiamo a chi vuole andare in pensione sfruttando la quota 103. Questa misura è stata estesa per l’intero anno 2024, viene definita pensione anticipata flessibile anche se alcuni esperti spiegano che ha delle note critiche.

I requisiti richiesti danno il nome alla misura, quota 103: anzianità contributiva di 41 anni, età anagrafico di almeno 62 anni. L’anzianità contributiva è la somma totale dei periodi durante i quali un individuo ha versato i contributi previdenziali, è un requisito importante anche per ottenere la pensione di vecchiaia. Possono richiedere Quota 103 i lavoratori del settore privato e pubblico, gli autonomi e gli iscritti alla gestione separata.

Sulle pensioni quota 103 si applica il meccanismo delle finestre pensionistiche che cambiano a seconda della natura giuridica privata o pubblica del datore di lavoro. Parliamo del periodo che intercorre tra la maturazione dei requisiti per andare in pensione e la prima data utile per poter ottenere il pagamento. La pensione Quota 103 non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo fino al raggiungimento dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Si può però lavorare come autonomo occasione ed entro un limite annuo lordo di 5000 euro.

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I punti critici di Quota 103, cosa comporta andare in pensione prima con questo sistema?

Come spiega Investire Oggi, andare in pensione utilizzando la quota 103 nel corrente anno comporta una penalizzazione rispetto al 2023. Il calcolo dell’importo della pensione avviene interamente con il sistema contributivo, anche per gli anni lavorati e ricadenti in quello retributivo. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato, quando l’importo era calcolato con un sistema misto contributivo-retributivo.

C’è anche l’applicazione di un coefficiente di trasformazione che riduce l’importo della pensione rispetto a quello che sarebbe a disposizione a 67 anni per la pensione di vecchiaia. Questo parametro veniva sì utilizzato lo scorso anno ma solo per la parte contributiva di chi poteva far valere 41 anni di versamenti per andare in pensione anticipata a 63 anni.

È importante notare che l’importo massimo mensile della pensione con Quota 103 non può superare 2.394,44 euro. Al raggiungimento dell’età di vecchiaia, che fino al 2026 è fissata a 67 anni, sarà erogato l’importo spettante e adeguato all’inflazione nel corso degli anni.

Nell’esempio pratico, Investire Oggi precisa: “Per il lavoratore che si appresta ad andare in pensione, la prima regola da tener presente è che più si tarda l’uscita dal lavoro, maggiore sarà l’importo della pensione. Tuttavia la rendita dipende anche da un altro importante fattore. Da quanti contributi obbligatori sono stati versati nella cassa pensionistica di appartenenza durante la carriera lavorativa. Maggiore è il montante contributivo e più alta sarà la pensione”. Questo sottolinea l’importanza del montante contributivo nel determinare l’importo della pensione. Quindi, più alti sono i contributi versati durante la carriera lavorativa, più alta sarà la pensione.

Andare in pensione anticipata, come evitare le penalizzazioni senza rinunciare al sogno di smettere di lavorare un po’ prima

Per evitare una riduzione del 16-17% sull’assegno mensile, gli esperti consigliano di ritardare di poco il pensionamento. Optare per 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne significa rispettivamente 22 mesi in più e 10 mesi in più. “Ritardare la pensione di 1-2 anni rispetto ai 63 anni previsti da Quota 103 comporterà un assegno più alto perché calcolato sia su un montante contributivo maggiore, sia su un’età anagrafica più elevata”.

Tuttavia, risulta difficile andare in pensione anche a 64 anni con soli venti anni di contributi, rendendo necessario considerare un sistema alternativo a Quota 103. Questo perché l’importo dell’Assegno Sociale rappresenta un limite che non deve essere superato. “Per poter liquidare la pensione, l’importo deve superare un certo multiplo dell’Assegno Sociale.

Per le donne con due o più figli, la pensione deve essere almeno 2,6 volte l’Assegno Sociale, che nel 2024 ammonta a 534,41 euro al mese. Invece, con un solo figlio, la pensione non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Per gli altri, sia donne senza figli sia uomini, è necessario che l’importo raggiunga almeno il triplo dell’Assegno Sociale. È evidente che superare i 1.600 euro di pensione mensile con solo 20 anni di contributi non è facile, rendendo questa misura poco accessibile nonostante l’apparente semplicità dei requisiti anagrafici e contributivi”.

Inoltre, è importante ricordare che l’importo massimo mensile della pensione con Quota 103 non può superare 2.394,44 euro. Al raggiungimento dell’età di vecchiaia, che fino al 2026 è fissata a 67 anni, sarà erogato l’importo spettante e adeguato all’inflazione nel corso degli anni.