Nella terribile vicenda della piccola Diana, morta di stenti dopo essere stata abbandonata per una settimana all’interno dell’appartamento in cui viveva con la madre Alessia Pifferi, si aggiungono tinte fosche, e l’ombra degli abusi sessuali.
La donna è accusata di omicidio volontario, per avere abbandonato la figlioletta di un anno e mezzo per sei giorni.
L’ipotesi degli inquirenti: la piccola Diana abusata
Gli inquirenti ipotizzano ora nuove accuse nei confronti della donna: i pm titolari del fascicolo, Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, infatti, configurano una nuova ipotesi di reato: “corruzione di minori” nei confronti di Pifferi e di un 56enne bergamasco che ieri mattina è stato perquisito dagli investigatori.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Le chat nello smartphone
Alla terribile scoperta si sarebbe arrivati attraverso delle chat contenute nello smartphone, che risalgono allo scorso marzo.
In quella occasione, Pifferi parlava con un uomo che nell’ambito di una conversazione, parlando della piccola, le aveva chiesto: “posso baciarla?”, e la donna aveva replicato: “Lo farai”.
I dialoghi sono stati acquisiti nel fascicolo d’inchiesta, e si è così arrivati alla perquisizione nei confronti del 56enne bergamasco, con conseguente iscrizione nel registro degli indagati.
L’ipotesi a carico del 56enne è quella di corruzione di minori: la madre della bambina avrebbe consciuto l’uomo in una chat per appuntamenti.
Ora i pc e il telefono di lui sono sotto sequestro.
Le relazioni a pagamento
La donna avrebbe anche avuto relazioni co con diversi uomini, in alcuni casi anche in cambio di denaro. Ma più che sulle relazioni della donna, l’attenzione è puntata sulle chat in cui era coinvolta anche la piccola di 18 mesi.
Dalle prime analisi tossicologiche effettuate sul corpicino di Diana, è stata anche accertata la somministrazione di benzodiazepine: le gocce venivano date alla piccola per stordirla, ed evitarne il pianto.