Accumulatrice seriale, scoperto corpo senza vita lunedì 20/03
La storia di questa accumulatrice seriale di 64 anni è ribaltata sulle cronache lunedì 20/03, quando i carabinieri hanno scoperto il suo corpo senza vita sepolto sotto una montagna di detriti e cianfrusaglie nella sua abitazione. La morte sarebbe avvenuta per cause naturali. Se non ve ne abbiamo parlato a ultimedalweb è stato per non ripeterci in una storia di grande disagio. L’epilogo era identico a quello di Raffaele Lioce, l’80enne trovato senza vita a Foggia il 18 marzo. Interessante risulta ripercorre il racconto sulla solitudine delle anziani di “amioagio”. Allora, perché ve ne parliamo adesso, a distanza di 5 giorni? Perché Sabina Ghirello aveva “accumulato” qualcosa di molto atipico e che è stato scoperto nelle ultime ore.
La vita disagiata di madre e figlia
Sabina Ghirello, l’accumulatrice seriale, e sua madre, Giuseppina Munerato abitavano in una villetta di via dei Mille a Paderno Dugnano, a nord dell’hinterland milanese. La Ghirello aveva fatto ritorno nella casa materna dopo il divorzio dal marito, con il quale aveva interrotto i rapporti. La madre, 90anne, era pensionata, mentre la figlia, 64enne, non percepiva redditi. In passato aveva lavorato per un negozio di fiori del paese, ma al momento era disoccupata. Le due donne non avevano una vita sociale nota e trascorrevano la maggior parte delle giornate a casa. Qualche mese fa, Sabina aveva raccontato ai vicini di avere fatto ricoverare la madre in una Rsa del Veronese, senza specificare dove si trovasse.
L’intervento dei carabinieri e la macabra scoperta del cadavere di Sabina
In seguito alla denuncia di alcuni vicini delle donne, che non vedevano Sabina da una decina di giorni, i carabinieri hanno fatto irruzione lunedì 20/03, scoprendo il corpo senza vita della 64enne all’interno dell’abitazione. Si trovava circondata da montagne di oggetti di ogni tipo, accumulati negli anni. La casa era in condizioni igieniche precarie e l’odore per la decomposizione del corpo era molto forte. Nella prima serata di lunedì, i vicini che avevano denunciato la scomparsa dell‘accumulatrice seriale hanno reso le prime testimonianze, fornendo alle forze dell’ordine preziose indicazioni sulla vita disagiata di madre e figlia.
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Le indagini dei carabinieri e il mistero sulla madre
I militari hanno tentato di rintracciare Giuseppina per comunicarle il decesso della figlia, ma non sono riusciti a trovare l’anziana in nessuna struttura ospedaliera o sanitaria. Pertanto, sono ritornati in villetta nel pomeriggio di giovedì 23 di marzo per cercare qualche documento che potesse fornire un suo recapito. Una volta entrati, gli operatori hanno iniziato a cercare ovunque. Trovato un armadio – cassapanca con le porte sigillate, hanno provato a vedere il contenuto. Quando hanno aperto il mobile, davanti a loro si è palesato un grande fagotto ricoperto con cellophane. Era il corpo mummificato di una persona deceduta mesi fa. Il fetore del cadavere in decomposizione era stato attutito dal nascondiglio e prima ancora dall’odore del corpo della Ghirello.
Il corpo nascosto per incassare la pensione
Tenuto conto dell’avanzato stato di decomposizione del cadavere, non si può ancora concludere che si tratti del corpo della 90enne, ma le probabilità sarebbero molto elevate. Solo l’autopsia potrà fornire risposte definitive e forse porre la parola fine a questa storia drammatica. Ad un primo esame del corpo da parte del medico legale, la persona sarebbe deceduta per cause naturali. L’unico motivo che parrebbe ipotizzabile per giustificare il gesto di Sabina, sarebbe economico. Cioè, la donna avrebbe continuato ad incassare la pensione della madre. Infatti, la Ghirello aveva la disponibilità del conto corrente su cui confluiva la pensione, percepita regolarmente fino al momento della scoperta del cadavere. Le indagini ora sono in mano alla Procura di Monza