Dargavs, una necropoli circondata da miti e leggende
Abbiamo scelto di parlarvi di Dargavs perché, in un momento in cui il conflitto Russia – Ucraina sta provocando morti, ci è sembrato opportuno rispolverare il significato della morte anche nella cultura russa. Quella antica. Oggi il cimitero di Dargavs è un eccezionale documento storico sulla vita e sulle usanze degli antichi Osseti. La necropoli parla da sola e ci dice molto sugli abitanti di questa zona del Paese più esteso dell’Europa. Conosciamo assieme questo luogo pieno di misteri e di leggende.
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Dove si trova Dargavs e perché questa città è nota in Russia?
Dargavs è un villaggio situato nella regione dell’Ossezia del Nord in Russia, noto per la sua antica e misteriosa necropoli chiamata la “Città dei 10.000 Morti”. Si tratta di un cimitero con quasi 100 tombe in pietra e a cripta, dove gli antichi abitanti della zona seppellivano i propri cari con i loro vestiti e oggetti personali. Alcune delle tombe risalgono al XII secolo (anche se le prime testimonianze scritte sono del XIV secolo) e contengono centinaia di teschi e ossa umane. La necropoli si estende per 17 chilometri in una valle remota e poco accessibile.
Gli Osseti e la costruzione della necropoli
Gli antenati degli Osseti vivevano sulle cinque creste della montagna. Il fatto che la necropoli fosse ubicata lontano dal villaggio fu per due motivi: il primo era quello di rendere poco accessibile il cimitero, per evitare che i predoni di tombe potessero accedervi; il secondo era un motivo economico, legato al prezzo della terra. Di fatto, il sito della necropoli non aveva valore perché non non si poteva sfruttare per l’agricoltura.
Per costruire le cripte, gli Osseti utilizzarono lo stile Nakh (ceceno, ingusho e batsbo). L’architettura prevede un tetto curvo a gradini con una punta nella parte più alta della copertura. Nel punto più alto del terreno si trova una torre di avvistamento, in grado di osservare tutta la necropoli ai suoi piedi. In teoria, detta torre serviva a vigilare le anime dei morti, in maniera da garantire che riposassero in pace all’interno delle cripte.
Le credenze dei popoli russi nell’aldilà
Nelle cripte sono stati trovati centinaia di resti di teschi e ossa umane. Spesso, i defunti erano seppelliti in strutture in legno simili a barche. Tale particolarità ha suscitato interesse negli studiosi perché la regione dell’Ossezia è lontana dal Mar Nero e dal Mar Caspio, e, nonostante i corsi d’acqua siano numerosi, non esistono fiumi navigabili nelle vicinanze del villaggio. Di fatto, l’unica spiegazione plausibile è che gli Osseti credessero che i morti dovessero attraversare un largo fiume dopo la morte.
Un altro elemento simbolico è che fuori dalle cripte si trovano dei pozzi, costruiti appositamente per accogliere le monete che i famigliari del defunto gettavano nella speranza che esse colpissero una pietra, rendendo il defunto degno del paradiso.
La Città dei Morti è considerata un luogo sacro e maledetto dagli abitanti del villaggio, che evitano di visitarla per paura di non tornare vivi.
Miti e leggende legati alla necropoli
Come tutte le necropoli, anche quella di Dargavs ha i propri miti e leggende. Nel XVIII Secolo, una piaga travolse l’intera regione, spazzando via il 90% della popolazione. Alcune persone dei clan ritenute “infette” costruirono delle case di quarantena per isolarsi dal villaggio, aspettando la propria morte. Quando morirono, i cadaveri furono lasciati insepolti a marcire all’interno delle capanne.
Un altro mito descrive il posto come maledetto, e racconta di come ogni uomo che decide di avventurarsi nella necropoli non ne potrà mai uscire vivo. Questa leggenda serviva per scoraggiare i predoni dal razziare le tombe.