Valanga in Val di Rhemes, dove e chi è rimasto coinvolto?
La Val di Rhêmes è una valle laterale della Valle d’Aosta, solcata nel fondovalle dal torrente Dora di Rhêmes che segna il confine del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ieri, giovedì 13 aprile, intorno alle ore 14.00 si è staccata una valanga sotto la punta Goletta, a 3.250 metri di altitudine. Il bollettino della giornata riportava un pericolo di valanga 3 su una scala da 5. Anche se la primavera è inoltrata, le temperature basse delle ultime giornate invitano gli sciatori a fare le ultime discese (o salite) in mezzo alla neve.
In questo caso, l’azzardo di alcuni sciatori, pur esperti, è costato loro la vita. I 4 sciatori si trovavano nella zona della Tsanteleina e stavano procedendo in cordata. La loro attività faceva parte del corso che stavano seguendo per diventare guide alpine.
Tsanteleina
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Ad un certo punto si è staccata la valanga e li ha travolti. Erano ben equipaggiati, ma l’impatto imprevisto della neve non ha lasciato loro scampo. Il responsabile della cordata avrebbe visto i tre colleghi scomparire sotto la valanga in Val di Rhemes mentre veniva trascinato a valle per alcune centinaia di metri.
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Il superstite con un solo sci chiama i soccorsi
Il responsabile del gruppo si chiama Matteo Giglio. E’ valdostano e ha 49 anni. E’ un giornalista e autore di diverse pubblicazioni e documentari tv. Ieri, quando sono accaduti i fatti, l’uomo ha tentato di fare l’impossibile per salvare gli altri alpinisti. Dopo essersi liberato dalla massa di neve, è risalito a monte per cercare i colleghi con il sistema di tracciabilità Artva. Localizzati, l’alpinista non ha potuto chiamare i soccorsi perché la zona non era coperta dalla rete. Così, Giglio è sceso a valle con un solo sci e circa un’ora dopo è riuscito a contattare i soccorritori utilizzando il suo cellulare.
Adesso il valdostano si trova ricoverato in ospedale in Rianimazione con prognosi riservata. Ha riportato delle contusioni ma le sue condizioni non sarebbero preoccupanti.
I soccorsi alpini e l’individuazione dei corpi
L’allarme lanciato da Giglio è stato raccolto dal soccorso italiano e da quello francese. Anche se entrambe le squadre si sono avvicinati alla zona indicata, le avverse condizioni meteo non hanno consentito loro di effettuare alcuna operazione in sicurezza. Le squadre dei tecnici tecnici del Soccorso Alpino valdostano e del Soccorso alpino della Guardia di finanza sono state trasportate sopra il rifugio Benevolo (a quota 2.300 metri) per procedere via terra, ma dopo qualche ora hanno dovuto rinunciare perché le condizioni di visibilità erano molto ridotte.
Questa mattina all’alba di venerdì 14 aprile sono ripartite le ricerche, che hanno individuato i tre scialpinisti. Purtroppo, per loro non c’era più nulla da fare, se non recuperare i corpi e portarli a valle, all’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe, l’aeroporto di Aosta.
Chi erano i tre alpinisti scomparsi nella valanga in Val di Rhemes?
I te alpinisti scomparsi nella valanga in Val di Rhemes conoscevano bene la montagna e le sue insidie; erano dei professionisti e stavano frequentando un corso per diventare guide alpine della Valle d’Aosta. Questo sarebbe stato l’ultimo gradino per ottenere la qualifica.
Elia Meta
Era il più giovane dei tre. Finanziere di Ravenna, aveva 36 anni. Si trovava in servizio nella caserma di Entreves (Courmayeur). Aveva iniziato la sua carriera come meccanico a Cesena e poi era stato in Marina. Era appassionato di montagna ma anche di bicicletta. Lascia moglie e un bimbo di quattro anni.
Lorenzo Holzknecht
Era nato 38 anni fa a Sondalo, anche se era cresciuto a Bormio. Campione di scialpinismo, vinse un oro in staffetta nel 2010 e due bronzi ai campionati mondiali, oltre a due ori, un argento e un bronzo ai campionati europei. amava la montagna ma anche il mare. Qualche tempo fa aveva dichiarato:
“Da ex atleta, mi dedico allo sci alpinismo d’esplorazione, (…) Diventerò maestro di sci alpino e al momento sto frequentando il corso aspiranti guide alpine; ma in tutta onestà, spero di riuscire a vivere al mare almeno una parte dell’anno, dove poter scalare grigie pareti di calcare scaldate dal sole, tra i profumi della macchia mediterranea”
Sandro Dublanc
Aveva 43 anni ed era maestro della scuola di sci di Champorcher, di cui per un periodo è stato anche direttore. La località è molto piccola ma attira molti turisti perché ospita un noto castello.