La pericolosità del fungo killer
Tra alcuni patogeni allarmanti che si sono sviluppati come conseguenza del cambiamento climatico si trova il fungo Candida auris, un lievito imparentato con la Candida albicans, particolarmente insidioso. Il fungo è molto infettivo e resistente ai farmaci ed è spesso letale. Si trasmette in due modi: o tramite il contatto con apparecchiature medicali che non sono state accuratamente lavate, o tramite contatto fisico, condividendo lo stesso spazio. L’OMS lo ha individuato come una minaccia globale. Anche se soltanto nel 10% dei casi delle persone affette da Candida auris si svilupperebbero infezioni gravi, spesso esse sarebbero mortali.
La provenienza del patogeno
Il primo riscontro di Candida auris risale al 2009, quando il fungo è stato rilevato in un campione proveniente dall’orecchio di una donna giapponese. Ecco perché il nome (auris in latino significa orecchio). Tuttavia, la scienza ha scoperto che il fungo esisteva molto prima, poiché un’analisi a posteriori su campioni coreani ha rivelato la presenza dell’ascomicete già nel 1996. In Europa il primo caso risale alla primavera del 2015, e si è verificato in Francia. Da allora, il fungo ha fatto capolino e provocato infezioni in molti paesi, tra i quali citiamo: Giappone, Corea del Sud, India, Pakistan, Venezuela, Brasile, Sudafrica, Kuwait, Usa, Canada, Israele, Inghilterra, Spagna.
Il primo caso in Toscana
Ora, per la prima volta, si è individuato e isolato il primo caso di Candida auris in Toscana. A raccontare la novità, il professor Marco Falcone, direttore dell’unità operativa dell’ospedale di Cisanello (Pisa). L’uomo affetto da Candida auris accusava malori e si è recato in ospedale, dove gli è stato diagnosticato il disturbo. Il paziente segue regolari cure a La Spezia; proprio in Liguria si sono presentati recentemente diversi casi di tale patologia. E’ pertanto probabile che abbia subito il contagio in ospedale. Ora l’uomo si trova ricoverato nel reparto di Malattie Infettive a Pisa. Tuttavia, il primario tranquillizza la popolazione. Il paziente sta rispondendo al trattamento a base di antifunghi che funzionano. Secondo lo specialista, non occorre allarmarsi perché c’è una terapia che funziona. Inoltre, si sono attuate tutte le possibilità esistenti per limitarne la diffusione.
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