14enne fa impiccare il suo stupratore e lo lascia morire nel bosco
Da ultimedalweb vi parliamo spesso di violenza sulle donne, femminicidi e altri atti di violenza psichica femminile. In questa occasione vi raccontiamo un fatto accaduto a Stoccolma che parla di un atto estremo di autogiustizia dopo avere subito abusi sessuali. Il punto dolente, semmai si può trovare uno ancora, è che il crimine sarebbe stato commesso da una ragazza 15enne che era stata violentata all’età di 14 anni.
Quanto accaduto è davvero triste e ha delle ricadute pesanti per tutti i soggetti coinvolti. Se le affermazioni sul caso sono vere, allora la vita della ragazza è stata rovinata perché prima è stata violentata, e ora è stata incriminata per avere partecipato ad un omicidio per vendetta. Per non parlare del fatto che il tassista ha perso la vita. La giustizia avrebbe voluto che il tassista fosse processato in tribunale e poi condannato al carcere.
Vi raccontiamo quello che è successo e come la polizia è riuscita a trovare i colpevoli dell’efferato omicidio.
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L’inizio della storia: la ragazza 15enne denuncia il tassista per stupro
Gli eventi sono iniziati nel febbraio di quest’anno, quando la ragazza allora quattordicenne riferì di essere stata violentata da un tassista. Successivamente, il giorno 26 di marzo il taxi dell’uomo è stato ritrovato abbandonato con il tassametro acceso in un parcheggio nella riserva naturale di Hjälstaviken a Enköping, a nord di Stoccolma.
Il tassista 26enne viene trovato impiccato
Il tassista di 26 anni di origine mediorientale è stato trovato il 1° aprile del 2023; il suo corpo si trovava in una riserva naturale, a 500 metri da dove era stata trovata la sua auto. L’uomo era stato impiccato. La ragazza stuprata, il suo fidanzato e tre fratelli sono ora sospettati dell’omicidio, che secondo il Pubblico Ministero “ha assunto il carattere di un’esecuzione“. A raccontare la notizia, il quotidiano svedese Fria Tider.
Le indagini della polizia
La polizia ha rapidamente rivolto la propria attenzione al gruppo di adolescenti appena accusati. I giovani tutti negano il delitto, tranne la ragazza, che ha ammesso di avere attirato l’uomo in un luogo appartato, ma non di averlo ucciso. Secondo l’accusa, l’adolescente avrebbe attirato il tassista sul luogo dell’omicidio il 24 marzo e lo avrebbe tenuto lì fino all’arrivo dei quattro ragazzi. I giovani avevano precedentemente acquistato corde, maschere e vestiti, che usarono nell’omicidio.
Una morte cruenta “per vendetta”
Secondo l’accusa, l’omicidio rientra tra i casi di “morte per tortura”, e il pubblico ministero ha affermato che l’omicidio aveva il “carattere di un’esecuzione”. La polizia ha trovato sul telefono della ragazza violentata i piani di vendetta del tassista il giorno prima dell’omicidio, dove lei aveva detto che i fratelli del suo ragazzo avrebbero incontrato lo stupratore. Il messaggio della giovane era molto esplicito: “Incontreranno il mio stupratore. HAHAHAHA”.
Le tracce sul telefono della 15enne
La notte prima dell’omicidio, la giovane avrebbe inviato un messaggio al tassista, chiedendogli di portare della vodka e di incontrarla in un luogo deserto. Secondo l’accusa, lo stupratore sarebbe stato impiccato lo stesso giorno. Dopo l’omicidio, la ragazza avrebbe scattato una foto e in seguito avrebbe inviato un messaggio a uno dei suoi conoscenti dicendogli che il suo stupratore era morto.
l casi di autogiustizia possono sembrare allettanti, soprattutto se consideriamo personaggi come Batman e gli Avengers, eroi che al di sopra della legge mettono a rischio la propria vita per difendere persone innocenti. Tuttavia, nei paesi civili questo tipo di “vendetta” non è premiata, poiché deve essere la Giustizia a dire l’ultima parola. Un caso su cui discutere.