Michele Antonio Gaglione, nella notte tra l’11 e il 12 settembre uccise la sorella Maria Paola e tentò di uccidere il compagno trasngender di lei: non voleva che stessero insieme.
Le dinamiche dell’omicidio
Quello che inizialmente era sembrato un mero incidente, si trasformò ben presto in un omicidio.
Maria Paola e Ciro finirono fuori strada mentre viaggiavano a bordo del loro scooter, finendo sbalzati in un terreno in via degli Etruschi, tra Caivano ed Acerra, in provincia di Napoli.
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Poco dopo, però, ciò che emerse dalle indagini è che la coppia aveva casualmente incrociato il fratello di Maria Paola, che li aveva inseguiti e poi speronati con la sua auto, provocando l’incidente.
Ora però Michele Gaglione è stato scarcerato, ed è passato ai domiciliari.
L’omofobia di Gaglione e l’odio verso la sorella
Ciro, pochi giorni dopo il terribile evento, rilasciò una intervista a FanPage in cui raccontò i mesi di odio che lui e Maria Paola erano stati costretti a vivere dopo che avevano deciso di andare a vivere insieme.
“Il fratello di Maria Paola era da luglio che ripeteva a Maria Paola che avrebbe preferito vederla morta piuttosto che con me. Dovevamo scappare insieme, dovevamo venire a vivere qui ad Acerra e quando lo hanno scoperto sul telefono l’hanno picchiata. Il fratello e il padre sono venuti sotto casa mia. Quella sera ci ha inseguiti con l’auto. Paola diceva al fratello di fermarsi perchè c’era lei dietro e ci stava facendo sbandare. Lui guardandomi mi ha detto: “Non mi interessa, io ti devo uccidere”. racconta Ciro.
Poi aggiunge: “Quando siamo finiti a terra io sono andato a vedere Maria Paola ma lui mi ha preso e mi ha picchiato. Non è vero che voleva solo fermarci come racconta lui. Mi ha proprio detto che voleva uccidermi. Non voleva parlare con la sorella”
Il 32enne scarcerato
Ora il 32enne andrà ai domiciliari con il braccialetto elettronico e fuori regione