“Salvate mia mamma, non lui” è il grido disperato della 17enne che pochi giorni fa si è ritrovata a essere brutalmente aggredita, insieme alla mamma, dal padre Fabrizio Angeloni, ricercatore 49enne.
I fatti
Angeloni e la moglie, Silvia Antognozzi, stavano per separarsi. Mercoledì mattina, scoppia un violento litigio, al culmine del quale l’uomo accoltella la moglie e la figlia.
Le due si trovavano in bagno al momento dell’accoltellamento. Dopo aver ferito gravemente la moglie, Angeloni ha rivolto il coltello contro se stesso.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Secondo la prima ricostruzione dei fatti, il 49enne ha inferto dei colpi così forti alla moglie da piegare la lama del coltello. La donna ora lotta tra la vita e la morte.
Alla base dei litigi, pare vi fosse la gelosia e un sospetto tradimento.
La figlia Sofia, di 17 anni, è stata ferita lievemente ed è stata proprio lei a lanciare l’allarme.
Ai soccorritori del 118, quando sono arrivati sul posto, ha detto: “Salvate la mamma e non lui”.
I difensori di Angeloni
L’avvocato di Fabrizio Angeloni, Serena Gasperini, afferma però di non essere convinta delle dinamiche.
“Ho parlato con i suoi famigliari, Angeloni non ha mai avuto atteggiamenti aggressivi, nervosi o minacciosi, né manifestato condotte che possano far pensare ad atti autolesionisti, per questo un tentativo di suicidio con autoaccoltellamento lo trovo un fatto particolare”. Ha detto l’avvocato a Fanpage.it.
“Aspetto di parlare con il mio assistito non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno, per farmi raccontare la sua versione dei fatti e conoscere dove ha la ferita. Attendo i tempi tecnici e il lavoro della Procura, poi chiederò di accedere alla casa e alla documentazione, per ricostruire in modo puntuale la dinamica”.
Ora saranno le indagini a dare un riscontro più preciso delle dinamiche. Ciò che è certo è che si è trattato della ennesima tragedia familiare che andava evitate, per non gettare nell’orrore ancora una volta un’altra famiglia.