Vai al contenuto

Si schianta con auto prima della laurea: “Mio figlio sentiva in trappola, non l’ho capito”

Riccardo Faggin aveva detto a tutta la famiglia che martedì avrebbe discusso la tesi di Laurea, ma invece non era così.

Tutto era pronto: vestiti, bomboniere, ristorante, il viaggio in Giappone, tutto per il suo grande giorno, che in realtà non ci sarebbe stato.

“Voglio pensare che la sua morte possa insegnare comunque qualcosa ad altri genitori: con l’impegno di tutti si può proteggere anche chi è fragile”, ha detto il padre Stefano, che è titolare di un negozio di informatica, intervistato dal Corriere del Veneto.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

“Non carichiamo i nostri figli di aspettative ed ambizioni”

“Evitando di caricare i nostri figli, anche inconsapevolmente, delle nostre aspettative e ambizioni. Perché a volte, la paura di deluderci può diventare un peso insopportabile”.

Riccardo Faggin aveva riferito ai genitori che sti stava recando a Montegrotto, in un locale, con degli amici, così da rilassarsi prima della laurea. Ma Riccardo non si doveva laureare, era una bugia: l’Università ha detto che per quel giorno non era programmata alcuna laurea.

La crisi durante il lockdown

“Riccardo è entrato in crisi con il lockdown, che ha coinciso con la decisione di cambiare cerchia di amici. Gli mancava un esame: Filosofia del Nursering. È stato bocciato una prima volta, poi una seconda … Era come bloccato. Poi a primavera ci ha detto che era riuscito a superarlo e che finalmente poteva concentrarsi sulla tesi”. Ma al padre non ha mai voluto far leggere la tesi: “Un’analisi sulla percezione del servizio sanitario da parte dei pazienti prima e dopo il Covid”.

Lo schianto violento e poi la morte

Poco dopo la mezzanotte del 29 novembre Riccardo ha messo fine alla sua vita con uno schianto contro un albero: questa l’ipotesi che al momento gli inquirenti vagliano maggiormente.

Continua dopo gli annunci...

“Non sono uno psicologo ma credo sia iniziato tutto così: una bugia innocente per gestire un momento di debolezza, seguita da un’altra, e poi un’altra …”, dice il papà di Riccardo.

Autore

Lascia un commento