Scuola, no alla settimana corta

By Redazione

Alcuni docenti del comprensivo Sant’Agostino nel maceratese hanno contestato la decisione della dirigente Roberta Capriotti di prevedere la settimana corta di cinque giorni, a differenza di quanto aveva invece stabilito il collegio docenti e di quanto stabilito dal Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof).

Il piano prevedeva infatti sei giorni. I docenti, allora, si sono rivolti all’avvocato Francesca Starace, dello studio legale Iure Mrr di Macerata convenzionata con lo Snals e hanno chiesto di impugnare la delibera del consiglio di istituto del 30 maggio scorso.

La delibera

Il 30 maggio scorso è stato deliberato che per due delle quattro classi prime della scuola secondaria di primo grado del plesso Ricci di Montecosaro e del plesso Ungaretti di Civitanova Alta venisse “tolta la settimana lunga”, cioè le lezioni dal lunedì al sabato, in favore della settimana corta, dal lunedì al venerdì.

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Il sabato libero verrebbe però a essere compensato in verità con un’ora in più di lezioni al giorno. Se nel caso di settimana lunga le lezioni erano dalle 8 alle 13, ora sono dalle 8 alle 14.

E’ stato perciò presentato ricorso.

Il ricorso

“È stato presentato un ricorso d’urgenza per impugnare la delibera , perché non è stata rispettata la procedura che avrebbe dovuto portare a un’eventuale modifica oraria. La decisione, infatti, di togliere la “settimana lunga” è stata presa dal consiglio di istituto contro il parere espresso, invece, dal collegio dei docenti, in sfregio a quanto previsto dal Testo unico della scuola che assegna al consiglio di istituto i criteri generali per la formazione dell’orario che, però, poi dev’essere sottoposto al collegio dei docenti che esprime il proprio parere. In questo caso il parere è stato negativo quasi all’unanimità, ma la dirigente ha sottoposto di nuovo il provvedimento al consiglio di istituto che ha votato in senso positivo”.

L’udienza è stata fissata per il 23 settembre, e gli studenti delle due classi inizieranno l’anno scolastico con la “settimana corta”.

“Questa decisione – ricorda ancora l’avvocato Starace – va contro i diritti delle famiglie che non sono stati resi edotti dei cambiamenti in tempo utile e prima di iscrivere i loro figli a scuola, perché le iscrizioni si sono chiuse il 4 gennaio, mentre la delibera del Consiglio è appunto del 30 maggio. Il Ptof, inoltre, che ha valenza triennale può essere modificato ogni anno solo entro il mese di ottobre, quindi, per l’anno 2022 avrebbe dovuto essere modificato entro ottobre 2021 o al massimo entro la chiusura delle iscrizioni, il 4 gennaio di quest’anno”.

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