Mancano pochi giorni al debutto del Festival di Sanremo 2022 e nella città ligure fervono i preparativi. Alla guida della kermesse Amadeus che per la terza volta proverà a dare agli italiani uno spettacolo degno della sua storicità. Scenografo collaudato dell’Ariston è anche quest’anno Gaetano Castelli che ha apportato cambiamenti radicali alla scenografia del teatro.
Lo scenografo ha spiegato in una recente intervista rilasciata a Fanpage come mai ha scelto d’eliminare i fiori dal palco dell’Ariston. Una scelta discutibile visto che i fiori sono rappresentativi della cittadina ligure. “È una battaglia che ho vinto io. Mi attaccò anche un assessore di Sanremo ma va detto che innanzitutto molti provenivano dall’Olanda. Ho messo in televisione i fiori tante volte perché costretto, ma mettere dei fiori in un programma è sempre pericoloso perché si può creare l’effetto funerale o matrimonio.“
Castelli ha collaborato per la realizzazione della scenografia di quest’anno con la figlia. Insieme hanno esaltato le linee curve ma soprattutto la luce come rappresentativa dell’uscita da un tunnel. Lo scenografo ha fatto così riferimento al periodo drammatico della pandemia e all’augurio che tutto presto passi e diventi solo un brutto ricordo: “È stato stimolante lavorare alla scenografia di quest’anno perché speriamo di far sognare il pubblico e di fargli dimenticare questa pandemia. C’è voglia di apertura, di sbloccarci. È stato complesso perché abbiamo dovuto rispettare tutta una serie di misure per la sicurezza. È stato complicato ma anche positivo.“
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Sanremo 2022, Gaetano Castelli: “Nel mio cuore c’è Sanremo”
Storico scenografo di Sanremo Gaetano Castelli ha alle spalle una carriera eclettica e stimabile. Per lui la scenografia è arte e nonostante abbia lavorato a tanti lavori prestigiosi ogni volta realizzare il palco dell’Ariston gli riempie il cuore. Ha una particolare predisposizione per il Festival, ogni anno che viene chiamato a creare la scenografia sanremese si sente coinvolto in modo totale:
“Nel mio cuore c’è Sanremo. Io devo molto, anzi tutto, a due persone: Antonello Falqui, che mi ha insegnato il rigore, la professionalità e la pulizia, e a Pippo Baudo, perché ho fatto tutti i lavori con lui“.