Avrebbe provato a difendersi la piccola Giulia, di soli 16 anni. Forse dopo che il papà aveva ucciso la mamma, sul divano, in pigiama, e si è diretto verso la sua cameretta.
Sul corpo dell’uomo, segni e ferite (per lo più graffi) che dimostrano come la ragazzina abbia provato disperatamente a sfuggire alla sua furia omicida.
Un dettaglio raggelante, che si va a inserire come un ulteriore tassello nel puzzle di questa vicenda che ha lasciato senza parole tutti quanti.
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La perizia psichiatrica e la difesa
Gli avvocati di Maja sostengono che il loro assistito non sia capace di intendere. Ora spunta una ulteriore ipotesi: quella per la quale Maja quella sera forse aveva assunto sostanze stupefacenti. Un dato di non poco conto, ma che complica ulteriormente questa vicenda, perché quando si commette un omicidio sotto l’effetto di sostanze, le conclusioni finali a cui potrebbe arrivare il processo sono due, e sono diametralmente opposte.
Se ha assunto le sostanze con l’intento di stordirsi e commettere l’omicidio, questa circostanza rappresenta una aggravante.
Ma se le ha assunte e si è ritrovato in uno stato transitorio di incapacità di intendere e volere, questa circostanza potrebbe rappresentare una attenuante.
Un elemento di difficilissima prova, come sempre accade in questi casi. Perché la prova di aver assunto volontariamente droghe o alcol al fine di alterare il proprio stato psichico per “facilitarsi” l’esecuzione del reato, è una circostanza oltremodo difficile da provare, se non quasi impossibile.
Le dinamiche
Spuntano anche le dinamiche e le tempistiche dell’omicidio.
La prima a morire sarebbe stata la mamma, Stefania, colpita con un martello ma anche con un coltello, dati alcuni tagli alla gola.
Poi, si sarebbe accanito sulla figlia, sempre con il martello. Questi i risultati delle prime autopsie eseguite sui cadaveri di mamma e figlia.
La ragazzina presenta abrasioni alle mani, escoriazioni che dimostrano come la giovane abbia tentato disperatamente di difendersi dal suo aggressore.
Il figlio Nicolò sarebbe stato aggredito per ultimo, e versa ancora in ospedale in gravi condizioni.