Omicidio Laura Ziliani: iniziato il processo. Il compagno di Laura: “Era esausta, dormiva da giorni”

By Redazione

Ieri, giovedì 27 ottobre, ha avuto inizio il processo per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa l’8 maggio 2021 e ritrovata senza vita tre mesi dopo, in Valcamonica.

Le due figlie, Silvia e Paola, hanno confessato l’omicidio, così come il fidanzato della maggiore, Mirto Milano. I 3 sono accusati di omicidio con l’aggravante della premeditazione, e di occultamento di cadavere.

Sono invece sette i testimoni citati a processo dalla pm Caty Bressanelli che hanno parlato davanti la Corte d’Assise di Brescia.

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La testimonianza del compagno di Laura Ziliani

Tra i testimoni, anche Riccardo Lorenzi,, compagno di Laura, che ha raccontato lo stato dell’ex vigilessa nei giorni antecedenti l’omicidio.

“L’ultima volta che ho sentito Laura stava salendo a Temù, la sera del 7 maggio, verso le 21. Più tardi, una volta arrivata, ci siamo sentiti per messaggio per augurarci la buonanotte”.

Il giorno successivo i due non si erano sentiti, e il compagno di Laura spiega al pm: “No, mi aveva detto che sarebbe andata a fare una passeggiata con le figlie per la festa della mamma. Ho saputo che non era tornata più tardi nel pomeriggio. Mi ha chiamato una persona dicendomi: non troviamo Laura. Pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto, all’inizio, ma poi ho capito che era vero”.

E Lorenzi ricorda però anche un episodio accaduto poche settimane prima, ad aprile 2021, quando Laura gli aveva raccontato di aver dormito per quasi due giorni di fila, dopo un’escursione. L’episodio, secondo gli inquirenti, era già da ricondurre a un primo tentativo di omicidio.

“Mi disse che aveva dormito due giorni, era stanchissima, mi rispose la mattina con un messaggio ma il messaggio era pieno di errori. Poi ha dormito di nuovo tutto il pomeriggio e mi diceva: sono intontita. Non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a dormire così tanto”.

Il tentativo di avvelenamento

Le figlie hanno ammesso di aver tentato di uccidere la madre con un infusione di aconito, una pianta tossica: “Avevamo visto questa pianta in una serie tv, si tratta di una sostanza contenuta nelle foglie di questa pianta che non lascia traccia nell’organismo”, hanno raccontato le due sorelle, nell’illustrare agli inquirenti il loro piano dell’orrore.

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