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Lockdown duro a Shangai: cosa sta succedendo e perché

In un momento in cui l’intera comunità mondiale inizia a rivivere a più di due anni dalla pandemia, la Cina decide di adottare una strategia opposta, spiazzando tutti: lockdown duri, durissimi, e una politica di “contagi 0” utopica che porta a scenari dove l’utopia ben presto si trasforma in un incubo distopico collettivo.

L’incubo quotidiano di chi vive a Shangai

Lockdown durissimo, forse più duro di quello che si è visto durante la prima ondata dell’oramai lontano marzo 2020.

Negativi vaccinati che non possono uscire di casa nemmeno per comprare beni di prima necessità, perché hanno avuto un contatto con un positivo.

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Bambini allontanati dai genitori perché risultati positivi, portati in centri covid ed isolati dalle famiglie.

Animali dei positivi soppressi perché possibili “vettori” del virus.

Sembra uno scenario apocalittico da film, ma è la dura realtà dei fatti.

A causa di questo isolamento totale, dove l’unico fine ultimo è quello di “sigiillare” una intera comunità nella spasmodica ricerca del contagio 0, si stanno già iniziando ad avere le prime difficoltà a reperire beni di prima necessità.

“Non troviamo il pane, l’acqua”, raccontano alcuni cittadini.

Il professor Lopalco, ha cercato di dare una spiegazione a quando sta accadendo in Cina, in una intervista ad AGI.

Le parole di Lopalco

“Nel 2022, quando il resto del mondo ha già sperimentato fra le 4 e le 6 ondate pandemiche – spiega Lopalco – e sta progressivamente abbandonando lo stato di emergenza pandemica e allentando anche le più blande misure, Shangai è sottoposta a un regime duro. Il responsabile di questa situazione, non finirò mai di dirlo, è il coronavirus. Ma se si è arrivati a questa situazione paradossale e in controtendenza con il resto del mondo lo si deve a politiche sanitarie palesemente sbagliate. Prima fra tutte la follia della politica zero-Covid”.

“Se un virus pandemico dilaga, l’unica cosa che si può attuare, tecnicamente, è una politica di mitigazione. Bisogna rallentare la corsa del virus fino a che, possibilmente con l’aiuto della vaccinazione, non si raggiunga una condizione di equilibrio con il virus, la famosa immunità di comunità”.

Ma “in assenza di una progressiva acquisizione di immunità, si dovrebbe pertanto ipotizzare di rendere ermetico a un virus respiratorio un intero Paese per un tempo indefinito. Chiunque capirebbe l’assurdità di tale ipotesi. Il coronavirus, infatti, è un virus non sradicabile e continuerebbe comunque a circolare nel resto del pianeta. Un altro errore, ovviamente non voluto, è stata – afferma ancora lo studioso – la scelta di un vaccino poco efficace”

I vaccini di scarsa qualità hanno avuto un ruolo

“Purtroppo sappiamo poco o nulla sulle coperture vaccinali cinesi. Ma sappiamo per certo che abbiano usato dei vaccini di scarsa qualità in termini di efficacia. Nonostante gli sforzi, dunque, in assenza di circolazione virale e senza immunità acquisita con la vaccinazione, l’inevitabile ingresso del virus trova il Paese come fosse la prima ondata”

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Per Lopalco, infatti, la Cina si trova ancora in piena prima ondata. In sostanza, in vero disastro: “Altro che raffreddore. Gli ospedali da campo tirati su in fretta e furia a Shanghai sono pieni di pazienti colpiti da Omicron che non respirano e lottano per la vita. Tali e quali a quelli di Wuhan”.

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