“Il messaggio di speranza stenta a formularsi con le parole perché la tragedia è così incomprensibile e dolorosa che dare un messaggio di speranza sembra di essere gente che scrive le favole e che dice che dopo tutto finisce e siamo tutti felici e contenti. Quindi sono in difficoltà a formulare facilmente un messaggio, tuttavia vorrei ricordare questo: noi abbiamo motivi per avere fiducia nell’umanità, cioè che questa tragedia non ci fa perdere la fiducia negli uomini”.
Le parole sulla tragedia umanitaria a Telelombardia
Così si è espresso l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, in una intervista sul tema della guerra, che andrà in onda stasera su Telombardia e di cui è stata data una anteprima ad ANSA.
“Noi sappiamo che negli uomini, in ogni uomo, anche quelli che fanno la guerra c’è dentro del bene, della felicità’ – ha aggiunto il cardinale-. Quindi dobbiamo fare in modo che giunga loro un messaggio che possono cambiare, che possono rinnovare la loro visione del mondo e non chiamare un popolo, un popolo nemico”.
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“Non possiamo perdere fiducia nell’umanità”
“Ecco quindi non possiamo perdere la fiducia nell’umanità, e poi non possiamo dimenticare quella responsabilità che hanno tutti gli uomini e le donne di essere artigiani della pace, cioè che nessuno di noi ha una ricetta generale, tantomeno noi abbiamo potere di incidere sulle decisioni dei vertici, però noi siamo capaci di costruire la pace”.
“Questa Europa – ha contonuato Delpini – ha conosciuto guerre che si sono rivelate un disastro totale, non solo questa ma anche prima in altri parti del mondo io ho questa persuasione: quando i disastri pesanti sono stati commessi, l’eredità grande pesa sulle generazioni che seguono, e però quando anche i potenti saranno morti, si fanno avanti gli artigiani della pace cioè quelli che mettono mano all’impresa di aggiustare il mondo, di aggiustare il mondo”
“Proprio come artigiani di pace”.
Intanto, continuano le trattative si pace, e salta fuori la “bozza” di 15 punti circa il possibile armistizio tra Russia e Ucraina.
Se da un lato Zelensky si è detto disposto ad abbandonare il sogno della NATO, dall’altro lato non è disposto, come aveva proposto la Russia, a raggiungere uno stato di neutralità come la Svezia.
La strada è forse lunga, ma si apre uno spiraglio di luce.