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Bufera su Toni Capuozzo “pro-Putin”. Associazione Ischia chiede ritiro del premio al giornalismo

Ore di bufera per Toni Capuozzo, che a seguito di alcune sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina, ora si trova nell’occhio del ciclone.

Le dichiarazioni shock di Capuozzo

Qualche giorno fa, in un lungo post sul suo account Facebook, Capuozzo si è lasciato andare ad esternazioni che hanno lasciato tutti di stucco.

Ecco un breve estratto del post del giornalista:

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“4 aprile, ieri, il New York Times pubblica una foto satellitare che riprende i morti per strada, spiegando che è stata scattata il 19 marzo (quindi i corpi sarebbero per strada da quasi due settimane, sembrano le armi chimiche di Saddam). Va da sé che onestà e indipendenza (che poi uno scambi l’indipendenza come dipendenza da Mosca mi fa solo ridere amaramente) impongono domande. Com’è che gli abitanti di Bucha che, sotto la dura occupazione russa, seppellivano i propri morti, questi invece, pur liberi, li lasciano sulle strade?

In poche parole, Capuozzo sta mettendo in dubbio la veridicità di quanto riportato. Che insomma, forse quei morti addirittura non sono mai esistiti. Sono degli attori? Dei fantocci? Morti messi lì a caso morti chissà come e poi ripresi per creare scalpore?

Non si comprende bene quali accuse stia lanciando nello specifico il giornalista, ciò che si comprende però benissimo è che sta dicendo a chiare lettere che quelli (forse) non sono morti per mano dei russi, insinuando il seme del dubbio, il tarlo dell’incertezza.

Il giornalista si chiede: “Se (ndr i morti) sono dei russi, irraggiungibili, resteranno nell’album delle infamie. Se qualche ucraino ha abbellito o costruito la cosa, è giusto almeno porsi un altro paio di domande scomode“.

Poi Capuozzo aggiunge: “Com’è che attorno ai morti non c’è quasi mai del sangue? Se una vittima viene sparata alla tempia, è una pozza, finchè il cuore batte. Se gli spari che è già morto, niente sangue. Com’è che in una cittadina piccola e in guerra, dove nessuno presumibilmente si allontana da casa, nessuno ha un gesto di pietà, per tre giorni, neanche uno straccio a coprire l’oscenità della morte ? Erano morti nostri o altrui ? Se uno vuole credere, se cioè è questione di fede, anche l’osservazione che i morti, per bassa che sia la temperatura non si conservano così, è inutile. Morti pronti per il camera car che è una gimkana tra i corpi. Una volta tirai un sasso a un randagio, io che amo gli animali, perché si stava cibando del corpo di un terrorista, e non era in una città affamata. Purtroppo mi interessano poco le testimonianze de relato – “mi hanno raccontato che”- o i servizi che aggiungono alla scena solo rabbia e indignazione, e pietà all’ingrosso“.

La nota dell’Associazione di Ischia

A seguito del grosso polverone sollevatosi per le dichiarazioni di Toni Capuozzo, una Associazione Ischitana a chiesto al giornalista ed ex vicedirettore del TG5 i restituire il premio: “Considerato che le gratuite e surreali dichiarazioni rese, dall’ex vicedirettore del TG5 […]  hanno provocato l’indignazione dei propri soci e di larghi strati dell’opinione pubblica sull’isola d’Ischia, chiediamo la revoca del “Premio Ischia”, conferito – nel giugno 2011 – al signor Capuozzo, come “inviato speciale”, poiché gli orientamenti palesati dal giornalista-scrittore contrastano coi principi a cui il riconoscimento, promosso dalla Fondazione Valentino, s’ispira.

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Granitica e piccata è arrivata però la replica del reporter: “Sono pronto a restituirlo. Datemi il tempo di ritrovarlo”

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