Benno Neumair ha ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair a gennaio di 1 anno fa, al culmine di un litigio.
Il primo a morire è stato il padre, poi Benno ha aspettato che la mamma tornasse a casa e ha messo fine anche alla sua vita.
Dopo di che ha grossolanamente ripulito la scena del crimine, ha caricato sull’auto i corpi senza vita dei genitori, e li ha gettati nell’Adige.
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I messaggi ascoltati in aula
Ieri, durante il processo, sono stati ascoltati in aula gli audio che la mamma Laura aveva mandato a una amica pochi giorni prima dell’orrore.
Laura aveva paura del figlio, avvertiva che in lui qualcosa era irrimediabilmente mutato: “Benno è sempre stato pieno di buone intenzioni e poi c’è questa bestia in lui che lo fa andare così. Vediamo se si riesce con calma, per il suo bene, a metterlo in una comunità terapeutica”.
Voleva farlo ricoverare, Laura. Con tutto il suo amore di mamma voleva tendere una mano a quel figlio in difficoltà che da qualche tempo dava segni di squilibrio. Segni di squilibrio confermati anche dalla ex fidanzata che viveva con lui in Germania: poco prima del rientro di Benno in Italia, infatti, la giovane era stata costretta a chiamare i soccorsi perché Benno era in preda a un violento delirio in cui minacciava di uccidere lei e di riversare la sua rabbia anche verso se stesso.
Benno affetto da schizofrenia?
E ancora: “La diagnosi dei medici tedeschi è che soffre di schizofrenia paranoide con disturbo di personalità e aggressività. Avevo chiesto di mandarlo con un’ambulanza a Bolzano ma è impossibile, per loro deve andare per conto proprio. Cose folli, sarebbe da denunciarli“.
A causa dello stato mentale del figlio, Laura ammetteva di “paura a vivere con un ragazzo così. Ho contattato un primario di psichiatria che è molto bravo e vediamo se si riesce con calma a metterlo in una comunità terapeutica. Siamo stanchi. Ho nascosto i coltelli in cucina e dormo con la camera chiusa a chiave”.
Laura era stanca e provata
Il dramma che vivevano i genitori di Benno era grande, erano prostrati da una situazione che andava avanti da mesi e a cui non trovavano via d’uscita: “Ci sono momenti in cui è difficile per noi, non si sa che pesci pigliare. Non si riesce spesso a gestire la situazione, c’è sempre qualche imprevisto. Indubbiamente sta meglio rispetto al mese di luglio però basta anche poco per destabilizzarlo: si arrabbia, si chiude in se stesso. Dice che vuole andarsene ma non si sa dove e a fare che cosa”.