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Arriva il risultato della perizia per la morte del piccolo Tommaso

Tommaso D’Agostino è morto a soli 4 anni lo scorso maggio dopo che un’auto era piombata nel cortile dell’asilo “Primo Maggio” a L’Aquila, dove il piccolo stava giocando assieme ad altri coetanei.

Sono passati sei mesi dall’accaduto, e Cristiano Ruggeri ha ora concluso che l’incidente poteva evitarsi con una “adeguata recinzione e una diversa gestione del parcheggio”.

Non solo, dunque, responsabilità per la donna di 38 anni che lasciò la vettura in sosta, dimenticando di inserire il freno a mano elettronico, ma anche altre corresponsabilità per la scuola ed il comune.

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La perizia del consulente

Nella perizia, il consulente della Procura scrive nello specifico di “concause preesistenti” che nell’insieme sarebbero sfociate nel fatale risultato.

Prima fra tutte, il libero accesso alle auto “nell’area comune della struttura scolastica che costituisce elemento di evitabilità originaria all’evento la cui efficacia era legata all’analisi del rischio“.

Per Ruggeri: “Precludere l’accesso ai veicoli interni, impedendo la sosta in posizione prospiciente e parallela alla rampa, avrebbe di certo evitato la genesi”.

Dopo di che, la questione ricade direttamente sulle recinzioni, per l’esperto, la recinzione del cortile: “non era idonea a proteggere l’area giochi di pertinenza della scuola dell’infanzia e assume rilievo come protezione passiva materialmente negli esiti di cui dovevano godere gli utilizzatori dell’area (lavoratori e bambini) rispetto al pericolo del potenziale energetico dei veicoli”.

L’auto e il freno a mano

Quanto all’auto e alla sua velocità, non vi sono dubbi si sia trattato di un drammatico incidente dovuto al freno a mano disinserito: “L’auto – viaggiava circa 27 chilometri orari con un tempo di percorrenza di un secondo (dal momento dell’abbattimento della rete all’investimento) non sufficiente ad attivare qualsivoglia manovra di emergenza“.

Infine, in conclusione della perizia si legge che i documenti sulla sicurezza nella scuola “non contengono l’analisi del rischio (investimento dei lavoratori in ambienti di lavoro”.

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La 38enne resta comunque indagata con l’ipotesi di reato per omicidio stradale e abbandono di minore (il figlio 12enne era in auto, e fu lui probabilmente a disinserire il freno a mano).

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