Iran, disposta ad attaccare siti israeliani sensibili e rivedere il proprio rischio nucleare in caso di minaccia
L’Iran ha recentemente minacciato Israele, dichiarando la sua disponibilità ad attaccare siti israeliani in risposta a un’eventuale aggressione. Secondo un annuncio delle Guardie della Rivoluzione Islamica, Teheran potrebbe anche riconsiderare la sua politica nucleare se Israele dovesse minacciare i suoi impianti. Queste dichiarazioni giungono in un contesto di tensioni crescenti, con Israele che ha chiesto all’Unione Europea di classificare le Guardie della Rivoluzione Islamica come movimento terroristico, specialmente dopo il recente sequestro di una nave con container.
Secondo quanto riportato dal New York Times, le tensioni sono ancora palpabili dopo l’attacco avvenuto il primo aprile al consolato iraniano a Damasco, durante il quale sono stati uccisi diversi comandanti delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Gli esperti ritengono che questo evento possa segnare sia un riavvicinamento di Israele all’Occidente, sia una crisi che richiede una revisione degli obiettivi, soprattutto riguardo alla gestione del conflitto con Hamas e alle sue possibili conseguenze sulla popolazione civile di religione islamica.
Una temporanea pausa bellica sembra essere stata necessaria non solo per ragioni religiose, ma anche per permettere una migliore valutazione del nuovo fronte di guerra che si è aperto. Secondo fonti americane, gli Stati Uniti sono stati informati solo pochi minuti prima dell’attacco a Damasco, evidenziando la complessità delle relazioni geopolitiche nella regione. Al contrario, fonti israeliane indicano che l’attacco è stato pianificato con due mesi di anticipo
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Che cosa è successo il 1 aprile a Damasco? L’inizio dell’escalation Iran contro Israele
Il primo aprile, un attacco attribuito ad Israele (fonte: Internazionale) ha colpito un consolato dell’ambasciata iraniana a Damasco, causando undici vittime, di cui sette appartenenti alle Guardie della Rivoluzione. Le tensioni preesistenti nella Striscia di Gaza, unite alle turbolenze nel Mar Rosso a causa del conflitto con gli Houthi, noti per la loro ostilità verso Israele, facevano già presagire possibili crescite di tensione a livello regionale, soprattutto con l’Iran.
Quest’ultimo, per motivazioni legate al fondamentalismo religioso, ha più volte minacciato vendetta per i morti in Siria, sostenendo attivamente il regime di Bashar Al Assad. In risposta agli eventi, la Russia ha richiesto, il due aprile, un’urgente riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tale richiesta, oltre a essere legata alla situazione in Ucraina, riflette anche le preoccupazioni riguardanti l’instabilità nel Mediterraneo e il prezzo del petrolio. Per Russia e Cina, le tensioni con l’Iran rappresentano una fonte di preoccupazione, non limitata a un mero conflitto regionale. Molti attori diplomatici temono un’escalation globale, data la riluttanza di Russia e Cina ad accettare tale prospettiva, poiché hanno a cuore i propri interessi regionali.
Nel 2015, Cina e Russia hanno stipulato un accordo sul nucleare con l’Iran e altri paesi occidentali, mirando a limitare l’iniziativa unilaterale di Teheran nel campo dell’armamento atomico. Nonostante le tensioni tra Biden e Mosca su questioni come l’Ucraina, il presidente degli Stati Uniti contava sull’appoggio russo per gestire le tensioni legate al programma nucleare iraniano. Va notato che l’Iran ha fornito droni alla Russia da utilizzare in Ucraina, ma questo non indica necessariamente un’alleanza totale, bensì un’avvicinamento tattico, purché gli interessi russi non siano minacciati, soprattutto nell’area europea, dove Mosca si trova circondata da Stati membri della NATO.
Se l’attacco a Damasco è stato preparato in anticipo si poteva prevedere la reazione anti Israele ma anche anti Usa
Il New York Times, che ha riportato la notizia della preparazione anticipata a Damasco, ha anche avuto accesso ai documenti della difesa di Teheran, i quali sono stati analizzati dai tecnici per valutare tutte le potenziali risposte, anche contro Israele. Tuttavia, nessuno si attendeva la forza con cui Teheran ha lanciato trecento missili balistici e droni contro Israele. L’intelligence israeliana aveva previsto una potenza d’attacco minore, ma si è ritrovata ad affrontare quasi settanta missili terra-terra. Di conseguenza, si teme un’escalation e gravi conseguenze per la potenza militare non prevista.
La Pasqua ebraica inizia lunedì 22 aprile e termina il 29 aprile. Secondo fonti statunitensi, è improbabile un attacco di Israele all’Iran, tuttavia la tensione rimane alta, anche a causa dell’alto rischio di attacchi terroristici che potrebbero generare ulteriori tensioni. Nel frattempo, il Qatar sta rivalutando il ruolo di mediatore tra Israele e Hamas, come dichiarato dallo sceicco Mohammed Bin Al Thani. Tuttavia, ci si aspetta che il Qatar mantenga una posizione di neutralità.