Pedopornografia, aveva 80 mila file nel pc
Ultimamente (ahinoi!) vi abbiamo raccontato qualche fatto di cronaca che aveva a che fare con abusi sui bambini. Oggi la notizia che arriva da Torino e che ha a che presenta la cruda realtà della pedopornografia come un mondo patinato ci lascia sgomenti e ve la riportiamo così come l’abbiamo letta. Questa volta non vi chiederemo il vostro parere, per evitare la “morbosità” del contenuto. Tuttavia, con l’articolo vorremmo stimolare i nostri lettori ad una riflessione.
Un uomo di 33 anni è stato arrestato a Torino con l’accusa di detenere un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Nel suo PC gli investigatori hanno trovato 80 mila file. Vediamo la dinamica dei fatti.
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L’indagine delle forze dell’ordine
Le indagini sono state svolte tramite un sistema di dati incrociati dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con gli investigatori del Centro operativo sicurezza cibernetica per il Piemonte e Valle D’Aosta. Gli agenti avevano rintracciato l’indirizzo IP del 33enne nel corso delle loro analisi, ma solo alla fine di un’accurata attività di confronto hanno capito la portata delle loro ricerche e hanno chiesto al Giudice il mandato di perquisizione che li ha portati dall’uomo, un pubblicitario residente a Torino.
Giunti al domicilio del torinese, gli ufficiali hanno potuto constatare la presenza di un’ingente quantità di file pedopornografici (80 mila) Inoltre, hanno rilevato che parte del materiale si trovava classificato in cartelle nascoste. In alcuni casi le fotografie erano state ritoccate con l’applicazione di editing grafico. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e ora si trova ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. I dispositivi utilizzati dall’uomo per appropriarsi del materiale illecito sono stati sequestrati.
Il precedente a Lecce appena due giorni fa, 21 mila immagini e 2.500 video
Prima di questo episodio, la Polizia Postale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica “Puglia” ha eseguito una Ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico emessa dal Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un uomo, residente in provincia di Lecce, responsabile di detenzione e divulgazione di una ingente quantità di materiale pedopornografico, realizzato utilizzando minori degli anni 18, rinvenuta all’interno di dispositivi informatici nella sua disponibilità, ovvero oltre 21 mila immagini e 2500 video di natura pedopornografica.
La lotta alla pedofilia on line
Il dossier “Dentro i numeri: la lotta alla pedofilia online” che vi forniamo integralmente, è un elaborato della Polizia Postale e delle comunicazioni diffuso il 5 di maggioin occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. I numeri che arrivano da tale report sono, a dir poco, preoccupanti. Secondo i dati forniteci, nel 2022 sono state 1.466 le persone denunciate per scambio di foto e video con soggetti bambini o adolescenti; 149 gli arresti per pedopornografia.
Un’altra risultanza allarmante che arriva dal dossier è l’aumento dei casi della cosiddetta sextortion. Si tratta di un metodo di estorsione utilizzato da criminali per ricattare una persona sulla base di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti sessuali. Il fenomeno, secondo la Polizia, “trasporta bambini e ragazzi in un incubo fatto di ricatti, richieste di denaro e minacce di rovinare per sempre la reputazione, a seguito della diffusione sui social di immagini sessuali autoprodotte”. Tale abuso nel 2022 ha coinvolto 132 giovani, tra bambini e ragazzi.
Ulteriori numeri: 2622 è il numero dei siti oscurati e resi irraggiungibili agli internauti italiani perché contengono immagini di violenze su bambini; 1466 è il numero delle persone denunciate per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori nel 2022. 430, invece, i casi di adescamento online: Nei primi tre mesi del 2023, sono già stati 56 i minori di età inferiore ai 13 anni adescati in rete, mentre sono 34 le vittime adolescenti (14-16 anni). Poco più che bambini, vengono agganciati da adulti pedofili su social network, su app di videogiochi, sulla messaggistica istantanea per parlare di sesso, per proporre scambi di immagini intime, per avvicinare, fino ad un incontro, le vittime.
E’ nota la campagna di Elon Musk per rimuovere da Twitter i video e le foto a contenuto pedopornografico, anche se diventa difficile da controllare. L’importante è denunciare!