Il ciclone Freddy, da quanto tempo sta flagellando l’Africa
Il ciclone Freddy ha già ucciso più di 400 persone in Africa da quando, in una traversata lungo l’Oceano Indiano, è approdato il 21 di febbraio sulla costa orientale del Madagascar. Poi è stata la volta del Mozambico, per poi ritornare in Madagascar qualche giorno fa. Tuttavia, il Paese che Freddy ha colpito maggiormente è il Malawi, messo in ginocchio da venti e piogge. Basti pensare che il ciclone ha mietuto 73 vittime in Mozambico, 17 in Madagascar e 326 in Malawi. Nell’ultimo stato, il numero di sfollati supera già 183 mila ed è destinato ad aumentare. La speranza di trovare sopravvissuti è sempre più sottile.
La popolazione colpita ed i problemi con il colera
Il timore delle Autorità di Malawi non è solo quello di non riuscire a proteggere tutte le persone colpite dal maltempo; il problema potrebbe essere che si scateni un effetto dominò già esperimentato per altre calamità. Il Malawi è al momento alle prese con una gravissima epidemia di colera che ha colpito 40 mila persone e ne ha uccise altre 1.300 a febbraio del 2023. L’epidemia è sfociata nel 2022, quanto la tempesta Ana e il ciclone Gombe hanno ridotto l’accesso di una grande fetta della popolazione ad acqua potabile e a servizi igienici adeguati.
Gli aiuti umanitari
Come spesso accade nel caso di vere calamità, gli aiuti umanitari non si risparmiano. La solidarietà è uno dei pochi riscontri positivi ad eventi di questa portata. Le persone costrette ad abbandonare le loro case sono ospitate al momento in 80 centri di transito ma, secondo Laura Morisio, responsabile per il Mozambico della Ong Avsi, il numero è destinato a crescere. Antonio Guterres, segretario dell’Onu ha pubblicato un tweet in cui comunica che gli aiuti in Malawi continuano senza sosta. Unicef avrebbe stanziato 10 milioni di dollari per sostenere gli sforzi.
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